|
|
|
Editoriali
|
 |
|
10/11/2021
Nasce Angela Sussarello Boyl, la badessa fondatrice del monastero sassarese di Santa Chiara. Fu eletta badessa poco prima del suo trasferimento ad Alghero. Nel 1628 Angela Sussarello, erede di una nobile famiglia, rinunciò ai suoi diritti feudali per prender i voti. Il suo nome comparve per l’ultima volta nella documentazione ecclesiastica nel 1675. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
9/11/2021
Muore Moreno Cecchini: all´età di 71 anni, era un simbolo della città di Alghero. Consigliere comunale e assessore della città, giocatore nella storica Pallacanestro Alghero, il cuoco è stato un simbolo della Riviera del Corallo. Con la famiglia Cecchini nasce il rinomato ristorante “La Lepanto”, nel 1949, prima ristorante, gelateria e albergo ed è stato un locale-simbolo nella stagione del boom turistico catalano a partire dagli anni ’60. E´ proprio Moreno a consolidare la meritata fama nazionale ed internazionale, grazie ai prestigiosi premi vinti (in particolare per la celebre “aragosta alla catalana”) nonché ai numerosi libri scritti dallo Chef. Originario di Lucca ma algherese di adozione, è stato a lungo il porta bandiera della grande cucina della Sardegna soprattutto in quella di mare. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
8/11/2021
Il Canonico algherese Michele Urgias riferisce che due frati costruirono e montarono l’orologio grande del campanile di Santa Maria. Il principio costruttivo degli orologi da torre non era molto diverso dagli orologi a ingranaggi anche se, invece di cariche a molla, il motore del meccanismo era costituito da pesanti contrappesi che, scendendo con un cavo giù dalla torre, azionavano gli ingranaggi. Un altro congegno (scappamento) aveva il compito di regolare e alternare il movimento. Restava soltanto da ricaricare regolarmente i contrappesi (riportandoli in alto), e oliare periodicamente gli ingranaggi. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
7/11/2021
L’immobile che diventa oggi il Museo Civico Archeologico di Alghero è l’ex Carceretto (XV-XVI secolo) confinante con la Chiesa di San Michele. L’immobile è stato oggetto di un primo intervento di restauro iniziato nel Novembre del 2004. La superficie del Museo, si articola sui tre livelli con complessivi 910 mq. suddivisi tra piano terra, dove si trova una grande sala con volta a botte, piano superiore, con 6 ambienti a forma rettangolare, e terzo e ultimo piano, in cui è stata realizzata, nel corso degli interventi di restauro, una ampia stanza rettangolare. Il Museo Archeologico offre una lettura il più esaustiva possibile delle diverse emergenze monumentali del territorio, quali Villaggi nuragici di Palmavera e Sant’Imbenia, Necropoli ipogeiche di Anghelu Ruju e Santu Pedru, Villa Romana di Sant’Imbenia. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
6/11/2021
L’attività del mulino tradizionale iniziava nel mese di novembre, subito dopo la campagna di raccolta delle olive. In esso, lavoravano almeno quattro persone: il frantoiano, un sostituto e due operai. Durante il periodo della molitura, la squadra viveva nello stesso mulino, riposando su dei sacchi. La tradizione voleva che gli stessi clienti provvedessero ad approvvigionare di alimenti i lavoranti: normalmente erano zuppe di vegetali a base di fave, ceci, fagioli, etc..A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
5/11/2021
Andrea Baccallar, dopo 3 anni di episcopato ad Alghero, durante i quali ha preso atto della situazione e delle problematiche della sua Diocesi, celebra il primo Sinodo diocesano che risulterà una pietra miliare nell’intera storia della Diocesi, con una serie di decreti pastorali che rappresentano una novità assoluta per l’epoca. Di grande importanza anche dal punto di vista linguistico perché resterà l’unico testo di diritto canonico redatto in catalano in Sardegna durante la dominazione catalana nell’isola. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
4/11/2021
Tragedia nel mare di Alghero: Efisio Bradi e il suo equipaggio, composto da Francesco Fiori e Antonino Pinna decisero di recarsi in un’area di pesca. Mentre erano intenti a salpare le nasse, il comandante Efisio si accorse che da libeccio avanzava un turbinio di nuvole carico di pioggia sospinto da un forte vento. La burrasca raggiunse l’imbarcazione e i pescatori cercarono riparo vicino alla costa. L’imbarcazione si rovesciò procurando una letale ferita a Francesco che si vide cadere addosso l’albero maestro della barca. Finita la tempesta i marinai della capitaneria trovarono l’imbarcazione rovesciata con il comandante Efisio e il figlio Giuseppe aggrappati all’imbarcazione in attesa di soccorso. Di Francesco nessuna traccia: il suo corpo fu rinvenuto nel golfo qualche giorno dopo. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
3/11/2021
Solo la prontezza del medico Quinto Tiberio Angelerio, fortemente osteggiato dalla popolazione e dalla municipalità algherese, ha fatto in modo che l’epidemia di peste di quegli anni venisse arginata nei limiti del possibile. Si arrivò a chiudere l’ospedale (allora collocato nel Carrer de Sant’Antoni, attuale Via Cavour), che veniva sorvegliato da un numero sufficiente di guardie, si murò la porta e alle persone così chiuse si forniva il necessario. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
2/11/2021
Usanze funebri: il defunto veniva lavato e vestito dei suoi migliori abiti, con ai piedi le sole calze, a meno che non fosse un religioso al quale si facevano calzare le scarpe. Inoltre le giovinette appena morte venivano vestite con un abito bianco, con un velo candido con una coroncina di rose bianche sul capo; per i bambini l’abito era celeste e per le bimbe rosa. A mos veure, a demà
|
|
|
 |
|
1/11/2021
Per tutti i Santi, era in uso ad Alghero, che ogni buona mamma facesse ai suoi bambini, lo “panellet”, pane di fior di farina con uova e zucchero, a forma di cestellino ricamato con arte. A mos veure, a demà
|
|
|
|
10 dicembre 10 dicembre 10 dicembre
|