ASSEMINI - La multinazionale inglese Vesuvius, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di materiali per l'industria siderurgica, ha annunciato la decisione di chiudere entro il 31 dicembre gli stabilimenti di Assemini ed Avezzano, con il licenziamento di tutti i lavoratori: rispettivamente centocinque e novanta diretti, più almeno altrettanti nell'indotto. La comunicazione è arrivata ieri (venerdì), nel corso dell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico con i rappresentanti di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil e delle Rsu degli stabilimenti italiani.

La decisione viene giustificata con «la sovraccapacità produttiva del Gruppo in presenza della ridotta produzione globale di acciaio», si legge in una nota Filctem, rilanciata dall'agenzia di stampa Dire. In questo contesto, la chiusura degli stabilimenti italiani, ritenuti dai dirigenti del gruppo i meno efficienti e produttivi, viene presentata come «ineluttabile».

«In realtà - proseguono indignati i sindacati - la multinazionale ha investito nello stabilimento nella Repubblica Ceca, aumentando la capacità produttiva del gruppo e lasciando indietro proprio gli stabilimenti italiani». La decisione di chiusura «è inaccettabile - spiegano - e in aperta violazione degli impegni presi anche presso il Ministero solo lo scorso luglio» e con i quali i responsabili aziendali avevano assicurato la volontà di confrontarsi a quel tavolo con sindacati ed Istituzioni. «Ora la beffa e il danno. Nelle assemblee dei lavoratori già convocate, verranno decise, da lunedì, le iniziative di mobilitazione più idonee. Nulla – terminano i rappresentanti sindacali - verrà lasciato intentato per dare un futuro agli stabilimenti e ai lavoratori coinvolti».