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Attilio Dedoni
24 settembre 2016
L'opinione di Attilio Dedoni
Moirano parte azzoppato dagli appetiti dei partiti
Con la nomina di Fulvio Moirano alla guida dell’Azienda per la tutela della salute si mette finalmente la parola fine sull’imbarazzante telenovela che ha accompagnato la fase preliminare all’accorpamento delle attuali Asl in un’unica azienda regionale. L’Ats, purtroppo, nasce zoppa per colpa dei partiti del Centrosinistra, che hanno man mano svuotato di contenuti l’idea di Asl unica regionale avanzata per la prima volta dai Riformatori. Con queste premesse, è lecito essere scettici sui risultati che la riforma sarà in grado di produrre.
Moirano arriva in Sardegna con un incarico molto più ampio di quello che dovrebbe avere. Il suo compito sarà la gestione centralizzata dell’intera sanità sarda, compresa l’organizzazione dei servizi su un territorio lontanissimo dalla direzione generale dell’Ats. Il compito dell’azienda sanitaria unica regionale, invece, dovrebbe essere soltanto quello di gestire gli acquisti e il personale, in modo da sottrarre la fonte degli sprechi, delle diseconomie e delle clientele che hanno generato lo spaventoso disavanzo della sanità a quella zona grigia del sottogoverno in cui prosperano gli apparati dei partiti e che ancora oggi imperversa nelle Asl in via di soppressione per mano dei commissari straordinari nominati dalla politica. La speranza è che l’accorpamento di tutte le funzioni in capo a una sola persona non porti a buttare in un unico calderone sia gli sprechi che le spese necessarie per garantire un servizio adeguato in un territorio vasto e complesso come quello sardo, ed in particolare nelle aree più periferiche e svantaggiate.
La razionalizzazione della spesa non dovrà essere fatta tagliando i servizi sul territorio, su questo punto saremo inflessibili: i sardi hanno già pagato troppo sulla loro pelle per le inefficienze di un sistema in cui metà del bilancio regionale viene bruciata per finanziare carriere politiche invece che per fornire un’assistenza sanitaria decente ai cittadini. In tal senso, non passa inosservato il fatto che a quella di Moirano si affianca un pacchetto di altre nomine fatte all’insegna della peggiore lottizzazione. I partiti che per un mese hanno bloccato la nascita dell’Ats perché non volevano rinunciare ai loro appetiti si sono rifatti con quella fetta della sanità sarda che resta fuori dal controllo della nuova azienda, dimostrando così ancora una volta di considerare la sanità come un terreno di conquista e non come un servizio da gestire nell’interesse dei sardi.
*capogruppo dei Riformatori Sardi–Liberaldemocratici in Consiglio Regionale
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