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Luigi Coppola 18 febbraio 2005
Paesaggio e Cinema, a Sassari convegno con Mereu e Demontis
Secondo appuntamento de "I giovedì della cultura", rassegna d´incontri patrocinati dal FAI di Sassari, dal Banco di Sardegna in collaborazione con La Nuova Sardegna


SASSARI - Il rapporto di crescita fra il paesaggio ambientale di Sardegna e l´evoluzione della produzione cinematografica realizzata sull´isola, è stato il tema dell´incontro tenutosi giovedì diciassette febbraio, presso l´Aula Magna dell´Università di Sassari. La conferenza, consumatasi attraverso due ricche relazioni, moderate da Costantino Cossu, redazione cultura de La Nuova, ha visto un´affollata partecipazione di pubblico, sistematosi anche in piedi nell´aula gremita.
Un affascinante percorso narrativo, l’evoluzione storica antropologica della macchina da presa sull’isola, descritta da Salvatore Mereu. Una pellicola che nasce e proietta le sue prime immagini grazie all’autrice, madre di tutte le ispirazioni sceneggiate per il grande schermo: Grazia Deledda. Senza la sua mediazione nel rapporto cinema territorio, privo della sua opera letteraria, l’avvio del set cinematografico in Sardegna sarebbe partito molto più tardi. Il primo ciak assunto come riferimento simbolico fra i prototipi esaminati, è Cenere. La pellicola che risale al 1924, rappresenta con Eleonora Duse, un paesaggio ricostruito in ambiente artificiale (uno stabilimento di Torino), proponendone una visione oleografica. Diverso è l’incipit de L’Edera, diretto intorno al 1951 da Augusto Genina, per la prima volta in territorio sardo ad Oliena. Il regista di “Ballo a tre passi” nella sua disamina, arricchita da trailer che proiettano l’avvio dei celebri titoli in discussione, ne ricorda l’applicazione nelle prime tecniche di ripresa, importate dai grandi cineasti d’epoca. E’ il caso della “camera-car” in Proibito dove il paesaggio possiede l’inquadratura, ripresa da bordo di un’auto scoperta. Film col quale M. Monicelli prepara la sua prima occasione americana di western isolano. Nella costruzione di una filiera sarda, un grave elemento di discontinuità è Una questione d’onore di Luigi Zampa. La versione macchiettistica (con U.Tognazzi), disaccoppia il pubblico sardo dal suo paesaggio, offrendo un immagine inadeguata del territorio e della sua cultura. Il campione del neo realismo, negato sull’isola dai vari Rosselini, Antonioni o De Sica, nel format di Mereu, è riconosciuto a Deseta. Il suo coraggio nel riscrivere in loco, una sceneggiatura preconfezionata a Roma in Banditi ad Orgosolo, gli vale un accostamento a L.Visconti (La terra trema). Nell’evoluzione della sua specie, la pellicola made in Sardinia registra una serie d’istant movie di Barbagia. Cavalcano una situazione di cronaca contingente, che vive più degli strali mediatici che di contenuti aderenti alla tradizione dei luoghi. Gli anni ’80, con l’avvento immobiliare e turistico di Gallura, segnano lo start fiction di nuovi scenari. L’ovile e la campagna lasciano il grand’angolo al mare ed alla costa. Lo stesso plot d’Ischia, Capri e Rimini, viene trasferito alla Costa Smeralda, senza apportare connotazioni degne di nota. Questa produzione accessoria non eguaglia un film su tutti: Padre padrone dei fratelli Taviani, tratto dal romanzo di Gavino Ledda. Uno spartiacque culto, che fa scuola per tutti quelli che intendano dare un’idea della nostra terra attraverso il cinema. Nel secondo contributo Federico Demontis, produttore cinematografico sassarese, analizza la realizzazione artistica del film rispetto al paesaggio. I tre livelli d’osservazione del prodotto (regista, produttore, spettatore), devono essere accomunati dal vivere le stesse emozioni scaturite dalla visione di un film. Per raggiungerne lo scopo è necessario valorizzare il territorio, per se già bello, attrezzandolo con strutture. Avviando un discorso legislativo, iniziato tre anni fa, per la costruzione di studios e strutture ricettive per ospitare chi voglia “girare” in Sardegna. I vantaggi derivati da esperienze ed eventi legati all’ambiente sardo, vadano perseguiti a condizione di ricadute culturali ed economiche utili al beneficio locale. Che sia l’inizio di un progetto programmatico o di una nuova fiction, lo vedremo prossimamente sui nostri schermi.
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