Un Paese di lotte quotidiane, di compromessi, di apparenze e sotterfugi: è questa l’Italia di oggi descritta dal regista Massimiliano Bruno
ALGHERO - Un Paese di lotte quotidiane, di compromessi, di apparenze e sotterfugi: è questa l’Italia di oggi descritta dal regista Massimiliano Bruno. Un Paese che è al tempo stesso accogliente dimora per ricchi e stretto vicolo cieco per i più poveri. Alice (Paola Cortellesi) trentenne e madre di un figlio di nove anni, ha sperimentato entrambe le facce della nostra Italia: da ricca e snob signora di Roma si trova sul lastrico costretta a vivere in una catapecchia male odorante con attorno, non servitù extracomunitaria, ma cafoni coatti Romani.
In questa nuova dimensione le priorità di Alice cambiano: non si tratta più di scegliere quale abito indossare, se oziare in piscina o fare una manicure. Ora Alice deve pensare a guadagnarsi il pane e i soldi necessari per fare in modo che il figlio non le sia strappato dagli assistenti sociali. Quella che prima era l’Alice del paese delle meraviglie diventa dunque L’Alice del mondo reale: quello dei problemi della gente comune di cui i ricchi si beffano. Ora però Alice, lontana dal suo mondo rosa e incantato, non ride più; ora Alice ha bisogno di aiuto e a offrirglielo non saranno i suoi amici aristocratici privi di ogni valore ed ogni umanità ma Aziz, il suo fedele servo turco, e gli ignoranti ma genuini amici romani.
Alice non solo si mescolerà a queste persone tanto diverse da lei amandole come una vera famiglia, ma verrà a contato con un mondo molto più grigio e squallido, quello della prostituzione. Costretta a racimolare denaro in pochissimo tempo Alice farà, infatti, la mamma di Filippo di giorno e l’escort di notte. Per muoversi in questo mondo a luci rosse, che nel film appare quasi divertente, è fondamentale l’aiuto guida di Eva, una pantera dalla chioma rossa, star del mondo del sesso. Lei le insegnerà a distinguere i vari clienti e il modo per compiacerli.
Specificherà che i maggiori consumatori della merce da camera da letto sono i politici ma oltre a costoro compariranno anche semplici uomini sposati che insieme ai primi vanno a riempire il mappamondo di maschi senza moralità. Dalle mani viscide sul corpo, dalle bugie raccontate a Filippo e al nuovo amore Giulio (Raul Bova), dalla pericolante catapecchia, Alice, alla fine, riuscirà a venirne fuori. Da quest’avventura si porterà dietro tutto quello che c’è stato di positivo: degli amici veri, la consapevolezza che nella quotidianità bisogna saper andare oltre le apparenze ma soprattutto la conoscenza della vita vera.
Questa livida Italia è raccontata dal regista attraverso la chiave della commedia che, se anche per finta, fa apparire più sopportabile i drammi dei nostri giorni. Come in molti degli ultimi film di questi tempi (“Qualunquemente”, “C’è chi dice no”, ” Che bella giornata”) anche “Nessuno mi può giudicare” individua come responsabile di tale degrado la politica italiana che appunto, come sarà detta nel film, pensa solo ad arricchirsi «rubando soldi ai cittadini». Fortunatamente però, seppure derubati dei soldi, dell’occupazione, dei valori, ancora nessuno è riuscito a privarci del sorriso e della speranza che un giorno persone come Alice, Eva e gli amici grossolani possano ottenere una vita equa e dignitosa.|
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