Con “Basilicata Coast to Coast” si è chiuso il mini-ciclo di proiezioni della rassegna “Cinema delle Terre e del Mare”, organizzata dalla Società Umanitaria di Alghero
ALGHERO - Un prato, il mare e la spiaggia sullo sfondo, il chiaro di luna, i rumori della notte, un proiettore e un maxi schermo: questi gli ingredienti semplici che hanno reso una serata d'estate speciale. L'ultima purtroppo di una serie di giornate dedicate al cinema, organizzate dalla Società Umanitaria di Alghero in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e raccolte sotto l'etichetta di “Cinema delle Terre e del Mare”. Si tratta di un progetto vincente, avente lo scopo di fare di Alghero una città del cinema, e la geniale intuizione di fondere bellezze della natura con quelle dell'arte.
Così domenica, sotto la fioca luce della luna, si è conclusa la seconda edizione di tale iniziativa nella spiaggia delle Bombarde con la proiezione del film intitolato “Basilicata Coast to Coast”. Una pellicola che in qualche modo riprende la filosofia del progetto dal momento che cerca di fondere varie arti (cinema, musica ecc.) con le meraviglie della natura. Infatti, protagonista assoluta è la Basilicata mostrata nella sua nudità e nei suoi scorci rapiti all'alba, facendone una delle poche terre sopravissute al vento distruttivo della modernità. A condurci in questo viaggio è un gruppo di amici che decide di filmare il proprio cammino da Maratea a Scanzano Jonico dove dovrà esibirsi come band musicale.
A rendere ricco tale viaggio, non è solo la quantità di immagini di luoghi sconosciuti raccontati dai personaggi, ma le risate, i litigi, gli amori fugaci, lo spirito avventuriero di amici di vecchia data che inseguono un sogno: quello di ritrovare loro stessi durante un viaggio a piedi senza comodità, con solo un carretto trainato da un cavallo bianco per trasportare il necessario alla sopravvivenza e quello di diventare una band di successo. Se i nostri pellegrini riusciranno ad esaudire oppure no i propri sogni è solo un dettaglio, perché quello che conta è non smettere mai di fantasticare e di credere in ciò che si ama. Un film che allo stesso tempo risulta semplice e ricco.
Semplice per la storia narrata, per i luoghi mostrati, per le persone del sud raccontate, per gli strumenti utilizzati, come le macchine a mano che perfettamente rendono l'idea di una ripresa di viaggio. Ricco per le emozioni che tale semplicità riesce a suscitare, per i generi tra i quali spazia (documentario, commedia, western in certe scene), per i registi che ricorda (Ozpetek, per le scene di festa tra amici e la liberta sessuale). Un film dunque assolutamente riuscito specie se si pensa alla mani inesperte del suo regista Rocco Papaleo, che se anche agli esordi è riuscito a riscuotere due Nastri D'argento 2010 e tre David di Donatello 2011. Insomma una pellicola non scelta a caso ma sicuramente perché con essa il progetto condivide la semplicità dei luoghi e dei mezzi e la grandezza delle intenzione che ci auguriamo, per la crescita culturale della città, non venga mai perduta.
Nella foto: centinaia gli spettatori ad Alghero alla serata conclusiva di “Cinema delle Terre e del Mare”
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