Rassegna dedicata al regista cinese Jia Zhang-Ke organizzata da Società Umanitaria e Cineteca di Bologna. L’appuntamento è per venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 giugno nell’Ex Mercato Civico di Piazza Pino Piras
ALGHERO - Si rinnova, per il quarto anno, la collaborazione tra Società Umanitaria di Alghero e Cineteca di Bologna che esplora territori cinematografici lontani ed emergenti. Quest’anno tocca alla Cina, e a Jia Zhang-Ke, universalmente riconosciuto come il rappresentante di maggior rilievo della cosiddetta sesta generazione del cinema cinese. L’appuntamento è per venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 presso lo spazio dell’Ex Mercato Civico di Piazza Pino Piras, con inizio alle 21.
La filmografia di Jia Zhang-Ke analizza con straordinaria efficacia i processi di trasformazione in atto nella Cina di oggi. Fin dall’esordio ha posto al centro della propria ricerca alcuni dei temi che animano il dibattito sul presente e sul futuro del colosso asiatico: la fine dell’ideologia maoista, l’apertura alla cultura occidentale, l’introduzione del modello capitalistico, la gestione dell’ambiente, la nascita di nuove classi sociali.
La prima pellicola in programma è 24 City, del 2008, che racconta la demolizione di una vecchia fabbrica modello a Chengdu, la capitale del Sichuan, per far posto ad un nuovo complesso residenziale di lusso. Sullo sfondo di questa trasformazione urbana si confrontano tre generazioni, tra nostalgia del passato e speranze e ambizioni per il futuro: i vecchi operai, i nuovi ricchi e i giovani. Nell stessa giornata verrà proiettata un’intervista al regista. Sabato sarà la volta di Platform, del 2000, ambientato nel 1979 in un piccolo villaggio dello Shanxi, una provincia cinema lontana dai grandi centri. In film racconta la vita di quattro ragazzi legata alle sorti del gruppo teatrale di cui fanno parte, che sta mettendo in scena la piéce teatrale Treno diretto a Shaoshan (la città natale di Mao).
Infine, domenica 17, verrà proiettato il film più celebre dell’autore, Still Llife, leone d’oro a Venezia nel 2006. La pellicola racconta due tristi storie d’amore che fanno da contrappunto ad uno spaccato della realtà sociale della Cina odierna, con uno stile essenziale e minimalista. Le vicende sono ambientate nel vecchio villaggio di Fengije, abbandonato perché al centro di un territorio dove è stata costruita un’immensa diga. La rassegna è organizzata in collaborazione con la Mostra Internazionale del Cinema Libero, l’Associazione Circuito Cinema, e gode del patrocinio del Comune di Alghero e della Fondazione Meta.
Commenti