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Michele Cocchiarella 9 aprile 2013
Bonifacio Angius racconta "Perfidia" sul set| Foto
In un pomeriggio soleggiato, tra un pranzo appena terminato e una tazza di caffè, il regista sassarese fa una breve pausa dal lavoro e racconta il suo ultimo lungometraggio

SASSARI - Luci soffuse, un mazzo di carte sul tavolo e un biliardo a pochi metri illuminato da tre neon. Siamo a Sassari, nei pressi di via Sorso nel circolo "Quattro mori", il set cinematografico scelto dal regista Bonifacio Angius per questa giornata di riprese. In un pomeriggio soleggiato, tra un pranzo appena terminato e una tazza di caffè, il regista sassarese fa una breve pausa dal lavoro e racconta il suo ultimo lungometraggio "Perfidia" a pochi giorni dalla fine delle riprese che termineranno questo fine settimana. C'è molta curiosità, sin dall'inizio, da quando si sapeva che girando per la città ci si sarebbe potuti imbattere in una scena del film. A Roma può essere la normalità ma sapere che le mura di Sassari contribuiranno a raccontare al cinema una storia, rende tutto più interessante.

«La gente è entusiasta» dice Angius sulle reazioni dei sassaresi che in queste settimane hanno incrociato attori e operatori per le strade e nei locali pubblici. «Sono contento di come hanno reagito, significa che il cinema continua ad avere il suo fascino» continua Angius spiegando che la realizzazione di un lungometraggio richiede molto tempo e fatica. Giornate di lavoro senza sosta sono solo l'inizio di un'opera che vedrà la luce nei grandi schermi dopo un accurato lavoro di montaggio e le successive fasi. «Ho pensato di girare il film a Sassari perché conosco la gente, i vari tipi di persone e spero di fare un buon lavoro. Nel film, scritto in un anno e mezzo, ho cercato di raccontare lo squallore della vita monotona di provincia» spiega il regista sottolineando inoltre l'importanza del realismo. Un fattore importante quest'ultimo che si è riflesso anche sui dialoghi degli attori ai quali il regista ha permesso di non seguire precisamente il copione lasciando così qualche spazio alle espressioni dialettali.

«Il regista che mi piace di più è Matteo Garrone, non mi ispiro a lui ma è molto bravo con gli attori. Il buon lavoro del regista sta anche nel capire di cosa hanno bisogno. In Perfidia - continua Angius - non mi ha deluso nessuno, mi hanno sorpreso tutti. Abbiamo attori fantastici come Mario Olivieri e il protagonista Stefano Deffenu ma sono soddisfatto di tutti comprese le location in cui abbiamo girato». Il film, diviso in due parti, una che rappresenta la monotonia e una drammatica, è stato girato con una red, una macchina ad alta definizione. A livello visivo il regista si è ispirato a Martin Scorsese e al cinema italiano classico, due dati che aumentano ancora di più il livello di curiosità così come per l'uscita del film su cui ancora è presto per confermare una data.
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