Artisti sardi a Parigi per una sei giorni di scambi e confronti. Prende il via martedì la sei giorni di cinema, installazioni, musica e altro ancora, per dare l’occasione ai giovani artisti sardi e non solo a loro, di mettere in vetrina il loro talento
SASSARI - Da “Il Rosa nudo, l’ultimo film di Giovanni Coda, a “Dimmi che destino avrò” di Peter Marcias, presentato all’ultima edizione del Torino film festival, sino a un omaggio al regista armeno Artavazd Pelechian. Prende il via martedì 21 maggio, alla Maison de l’Italie di Parigi Les Arts florissants de la Sardaigne, sei giorni di cinema d’essai, installazioni, musica e altro ancora, per dare l’occasione ai giovani artisti sardi, e non solo a loro, di mettere in vetrina il loro talento in una città cosmopolita e ricca di stimoli come la capitale francese.
Giunta all'XI edizione, la manifestazione sino a domenica proporrà un nutrito cartellone di appuntamenti. Si parte la sera di domani alle 18: dopo la cerimonia d'inaugurazione del festival, l'appuntamento è con il vernissage della mostra di Tiziana Contu dal titolo "...chè di fili in testa ho una vera officina !”, visitabile per l'intera durata della rassegna. Tratta dalla commedia shakespiriana “Pene d'amor perdute”, l'opera è un'installazione in cui l'artista racconta storie, impegnata, come si legge nel testo di presentazione della mostra, “nell’officina delle parole, dei pensieri, dei sottili fili ma anche dei materiali che sporcano le mani: il ferro, il legno, i chiodi, i martelli e le pinze che confondono il limite fra l’artista e l’artigiano”. La serata prosegue alle 19.30 con la proiezione di alcuni cortometraggi di Artavazd Pelechian (1938), considerato tra i maggiori registi armeni: “Noi” “Le stagioni”, “Gli animali”, “La terra degli uomini” e “Il nostro secolo”. Le pellicole saranno musicate dal vivo da Arnaldo Pontis.
La giornata di mercoledì 22 si apre alle 19.30 con un nuovo appuntamento con il cinema italiano: sarà proiettato "Un milione di giorni" di Manuel Giliberti (Italia, 2012, 100 min.). Quattro storie, quattro donne. Figure in apparenza normali, ma in realtà di normale straordinarietà in cui le protagoniste, colte ognuna in un momento particolarmente significativo della propria esistenza, raccontano del proprio destino indistricabilmente legato a quello di un uomo.
Il giorno dopo, giovedì 23 sempre alle 19.30, è la volta di Peter Marcias che presenta il suo “Dimmi che destino avrò”, film presentato anche all'ultima edizione del Torino film festival e ambientato tra la Francia e la Sardegna. La storia, in questo lavoro del giovane regista sardo, della maturazione di una giovane rom nel “viaggio” che da ragazzina la porta a diventare donna.
Venerdì 24 maggio si cambia registro, per passare alla musica classica: alle 19.30 l'appuntamento è con “Portraits”, un video concerto che vede protagonista Irma Toudjian, al pianoforte, insieme alle elaborazioni visive di Giovanni Coda. La serata è organizzata in collaborazione “V-Art” Festival International Images d’auteurs” e “A. C. Labor”. Subito dopo lo stesso Giovanni Coda presenterà il suo ultimo film dal titolo: “Il Rosa Nudo”, ispirato al libro autobiografico "Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel". Un film intenso e originale, un punto di vista innovativo su uno degli eventi più drammatici che coinvolsero la comunità omosessuale europea. L'evento è organizzato in collaborazione con: The Open Reel - Festivals & Distribution - ReindeerCatSolutions - V-art Festival Internazione Immagine d'Autore e A.C.Labor.
La chiusura della rassegna, sabato 25 maggio, ore 19.30, è affidata all'ensemble vocale Le petite suite che leggerà pagine di Brahms e Schubert in un delicato concerto a cappella. Un piccolo cameo per suggellare, ancora una volta, lo spirito di scambio e confronto che alimenta l'intera manifestazione.
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