Lo spettacolo teatrale organizzato dalla cooperativa Teatro e/o Musica, andrà in scena a Palazzo di Città lunedì 27 gennaio alle 11.30 e alle 18
SASSARI - Il 27 gennaio 1945 sono stati abbattuti i cancelli del lager di Auschwitz. Una data che segna l'inizio della liberazione dal nazionalsocialismo (nazismo) e dal fascismo. Una data scelta, in Italia e in altri Paesi, come “Giornata della memoria”, per non dimenticare cosa è stata la Seconda Guerra Mondiale, quali crimini contro l'umanità sono stati compiuti e le sue vittime: ebrei, oppositori politici, omosessuali, gruppi etnici e religiosi dichiarati da Hitler indegni di vivere.
Il Comune di Sassari anche quest'anno ha scelto di sostenere la realizzazione di un evento della cooperativa Teatro e/o Musica in occasione della ricorrenza. Un appuntamento rivolto a tutti, ma in particolare ai più giovani, perché conservino indelebile la memoria delle atrocità compiute settanta anni fa. Dopo i matinée di mercoledì e giovedì, lunedì 27 gennaio ci sarà doppio spettacolo a Palazzo di Città: il primo alle 11.30 e il secondo alle 18. Come in passato, l'assessorato alle Culture, con la cooperativa Teatro e/o Musica, ha inoltre bandito un concorso indirizzato agli alunni delle superiori. Possono partecipare studenti singoli o in gruppo che si cimenteranno nella recensione di “Lager Rhapsodie”, rievocativo del dramma della Shoah. Saranno messi in palio premi, ricavati dai proventi degli incassi, per i migliori elaborati.
Era il 30 aprile 1945. Mentre Hitler si toglieva la vita nel suo bunker e le truppe alleate davano l’ultimatum ai tedeschi, l’ufficiale nazista Klaus Uberein difendeva l’ultimo giorno da carnefice obbligando in un lager, sotto la minaccia delle armi, tre musicisti ebrei all’esecuzione di un concerto. “Lager Rhapsodie” da una parte racconta le storture dell’obbedienza cieca, “cadaverica” secondo il vocabolario nazista, dall'altra si interroga sulla funzione dell’arte, in particolare della musica, sul suo rappresentare “uno dei più potenti fattori di educazione o di depravazione”, come disse Josef Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich. Mentre l'ufficiale, durante il racconto di una carriera votata al culto del semidio Adolf Hitler, tenterà di usare una propria, personalissima, rapsodia per dare una veste aurea al suo essere un omicida per conto terzi, sarà perseguitato dai ricordi del male commesso che si materializzeranno con le fattezze fantasmatiche della figlia sacrificata alle ragioni della Patria, di una donna ebrea che sceglie il suicidio piuttosto che il suo amore, di una coppia di gemelle semite, da lui personalmente “eliminate” con la modalità di sterminio maggiormente, e tristemente, praticata dal Terzo Reich: la camera a gas.
La drammaturgia è a cura di Emanuele Floris. L’arrangiamento musicale è affidato invece a Luca Sirigu. Sul palco, accanto a Floris che vestirà i panni dell’ufficiale nazista Klaus Uberein, Matteo Desole (Adam), Luca Chessa (Moishele), Diego Desole (David), Elena Idini (Rebecca O Sara), Jasmin Ghera (Bambina) Silvia Marinu (Soldato russo). La storia racconta gli ultimi giorni di potere di uno spietato carnefice, Klaus Uberein. Luci Marcello Cubeddu, effetti sonori e Fonica Eliana Carboni, Claudio Dionisim costumi Falpalà.
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