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D.C. 12 febbraio 2014
“Le Quattro Stagioni” dell’anima di Astolfi
Lo spettacolo di danza contemporanea che verrà interpretato dalla Spellbound Contemporary Ballet, stasera al Teatro Comunale di Sassari e il 15 e il 16 Febbraio al Massimo di Cagliari


SASSARI - Proseguono gli appuntamenti con la grande danza al Teatro Comunale di Sassari, ormai pronto ad accogliere la Spellbound Contemporary Ballet, la compagnia fondata nel 1994 da Mauro Astolfi, considerata oggi a livello internazionale tra le migliori proposte italiane. “ Le Quattro Stagioni” è il titolo dello spettacolo scelto per il terzo appuntamento della stagione 2104 dal Circuito Danza Sardegna, in scena stasera a Sassari alle 21.00 (il 15 e il 16 Febbraio al Teatro Massimo di Cagliari), il quale consentirà di ammirare uno stile inconfondibile, fatto di movimenti complessi e diversificati, esaltati da un inconsueta scioltezza, fluidità e perfezione tecnica dei ballerini, ma anche dai significati ad essi attribuiti. Quasi mai infatti Astolfi sceglie di misurarsi con la danza fine a se stessa, preferendo piuttosto utilizzare il linguaggio del corpo per trasmettere poetici messaggi, talvolta carichi di malinconia, talvolta carichi di turbamento o dolcezza, ma pur sempre allusivi a un qualcosa.

Nel caso delle Quattro Stagioni ad esempio, l’intento è quello di raccontare attraverso la danza la grande influenza che l’alternarsi delle stagioni è in grado di esercitare sull’uomo, modificandone dunque l’umore e lo stato d’animo. Ecco dunque che l’inverno, la primavera, l’estate e l’autunno non vengono più ridotti alla sola pioggia o al semplice sole, caldo e freddo, ma descritti come potenti agenti di un mondo interiore.

E per riuscire in tale impresa, di grande aiuto ad Astolfi è stata non solo la danza, ma anche la musica, rubata al genio di Vivaldi e poi modificata, “arricchita” con suoni nuovi (pensati da Luca Salvatori), risultati fondamentali per portare alla luce ciò che immediatamente non è visibile, per scandire il Tempo e per aggiungere senso ai movimenti. Tralasciando tuttavia la particolarità dello stile e la specificità dei significati di volta in volta trasmessi, il solo fatto che Le Quattro Stagioni siano state più volte riallestite, dall’anno della loro creazione (2010), dovrebbe essere una garanzia di qualità dello spettacolo e di conseguenza dovrebbe rappresentare una valida prova dell’atemporalità del suo genio creatore, sempre attuale ed attirante, e dunque non legato, come le emozioni dell’uomo, allo scorrere del Tempo.
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