M. P.
12 giugno 2014
Riattivare, con urgenza, il tavolo regionale sull’indotto del sito produttivo di Porto Torres. Il sindaco Beniamino Scarpa ritiene sia fondamentale coinvolgere le istituzioni locali per tutelare i lavoratori dell’area produttiva turritana.
PORTO TORRES - Riattivare, con urgenza, il tavolo regionale sull’indotto del sito produttivo di Porto Torres. Il sindaco Beniamino Scarpa ritiene sia fondamentale far ripartire il processo che responsabilizza le istituzioni locali alla tutela immediata dei lavoratori dell’area produttiva turritana. «Ieri l’amministrazione comunale ha partecipato in Provincia alla riunione con gli assessori regionali al Lavoro e all’Industria. Come già ribadito più volte, è indispensabile riattivare subito il tavolo istituito con gli accordi del 2011 e del 2012 – afferma Beniamino Scarpa – per individuare soluzioni immediate e utili al mantenimento delle unità lavorative impegnate nel sito».
Porto Torres si trova al centro di importanti investimenti che riguardano la chimica verde e le bonifiche, nell’ambito dei quali bisogna governare con grande attenzione i processi per la tutela dei lavoratori dell’indotto. Pertanto il sindaco chiede che il tavolo debba essere riunito periodicamente, in modo che tutti i soggetti coinvolti si adoperino per l’obiettivo comune: la conservazione di ogni singolo posto di lavoro delle persone che da anni operano nello stabilimento.
«Regione, sindacati, associazioni di categoria e Consorzio industriale concordano sulla necessità di far ripartire il tavolo e i progetti di tutela dell’indotto attraverso l’Insar, società controllata dalla Regione – sottolinea l’assessore alle Politiche del Lavoro, Davide Tellini, presente alla riunione – che nei mesi scorsi, di concerto con le amministrazioni locali ha già realizzato iniziative che hanno tamponato l’emergenza occupazionale. Durante la riunione con gli assessori regionali è emersa la necessità di interessare direttamente il governo nazionale, perché vigili sul rispetto degli impegni assunti da Eni attraverso il protocollo d’intesa sulla chimica verde e verifichi la situazione del sito di Fiume Santo, dove E.On dovrà spiegare la propria posizione in merito al futuro della termocentrale.
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