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Olbia 24notiziecagliariSpettacoloTeatro › Leo Gullotta in scena al Teatro Massimo
S.A. 2 febbraio 2015
Leo Gullotta in scena al Teatro Massimo
Leo Gullotta protagonista di "Prima del Silenzio" al Teatro Massimo di Cagliari da mercoledì 4 febbraio alle 20.30 fino a domenica 8 febbraio


CAGLIARI - Il potere e l'ambiguità delle parole in scena con “Prima del Silenzio” di Giuseppe Patroni Griffi - intenso ritratto di un intellettuale, un artista in piena crisi creativa e esistenziale che troverà la propria catarsi proprio nel ritorno alla poesia – in cartellone da mercoledì 4 febbraio alle 20.30 fino a domenica 8 febbraio al Teatro Massimo di Cagliari (da mercoledì a sabato alle 20.30 – turni A, B, C, D e la domenica alle 19 – turno E; e giovedì anche la pomeridiana alle 16.30 per il turno P) per la stagione 2014-15 de La Grande Prosa al Teatro Massimo firmata CeDAC (con lo slogan “Giù la Maschera!” che contrassegna tutto il XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo).

Protagonista un magistrale Leo Gullotta (nel ruolo che fu già di Romolo Valli, nel suo ultimo spettacolo prima della tragedia) accanto a un convincente Eugenio Franceschini – per la regia di Fabio Grossi - tra le apparizioni delle figure simboliche dell'immaginario – dalla moglie, incarnazione della famiglia, interpretata da Paola Gassman; al figlio e al servitore, proiezioni rispettivamente della casta con i suoi vizi e i suoi conformismi e del senso del dovere, che assume un carattere coercitivo e quindi castrante, affidati a Sergio Mascherpa e Andrea Giuliano. Viaggio nella mente di un uomo di pensiero e di cultura – facente parte della classe dominante - improvvisamente a confronto con l'impossibilità di ritrovare la propria ispirazione e al contempo finalmente consapevole, in un momento cruciale della sua esistenza, dell'urgenza di liberarsi da regole e convenzioni, da obblighi e oneri legati alla sua posizione, per cogliere un frammento di autenticità in un amore fuori dagli schemi, e del tutto contrario all'ipocrisia e al perbenismo borghese.

L'ombra dello scandalo che potrebbe segnare i suoi ultimi anni, compromettendo i fasti e i successi di una splendida carriera ai vertici della società, conta ben poco a fronte della certezza di aver vissuto dentro una finzione, un deliberato inganno verso se stesso e il mondo, in obbedienza ai principi di un'etica farisaica, retaggio di antichi pregiudizi e di un credo poco caritatevole, per sottrarsi quasi inconsciamente a una inevitabile condanna morale. La figura del protagonista fa da contrappunto a un'intera civiltà schiacciata sotto il peso della colpa, ma soprattutto rappresenta – pur con le sue intime contraddizioni, la dicotomia tra desiderio e ragione, il profondo travaglio interiore – la visione del mondo univoca, fissa e immutabile di una casta saldamente arroccata nei posti di potere, e dunque per sua stessa natura, necessariamente incorruttibile e impenetrabile alle umane passioni.

Nella foto (di Tommaso La Pera): un ascena dello spettacolo
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