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Olbia 24notizienuoroSpettacoloTeatroCarmela e Paolino: debutto a Nuoro Alghero Olbia
S.A. 5 febbraio 2015
Carmela e Paolino: debutto a Nuoro Alghero Olbia
Debutto in prima regionale oggi, alle 20.30, al Teatro Eliseo di Nuoro. Sarà in scena venerdì 6 febbraio alle 21 al CineTeatro “Olbia” di Olbia; sabato 7 febbraio alle 21 al Teatro Civico di Alghero e infine domenica 8 febbraio alle 18.30 al Teatro Electra di Iglesias


ALGHERO - Sbarca nell'Isola – sotto le insegne del CeDAC - “Carmela e Paolino - varietà sopraffino” di José Sanchis Sinisterra, nella mise en scène di Pupi e Fresedde – Teatro di Rifredi / Teatro Stabile d'Innovazione, con traduzione, adattamento e regia di Angelo Savelli: l'avvincente pièce incentrata sul rapporto tra arte e vita, e sulla libertà d'espressione contro la dittatura - e interpretata da Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo – dopo il debutto in prima regionale oggi, giovedì 5 febbraio, alle 20.30 al Teatro Eliseo di Nuoro, sarà in scena (sempre nell'ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con lo slogan pirandelliano “Giù la Maschera!”) venerdì 6 febbraio alle 21 al CineTeatro “Olbia” di Olbia; sabato 7 febbraio alle 21 al Teatro Civico di Alghero e infine domenica 8 febbraio alle 18.30 al Teatro Electra di Iglesias.

La versione italiana di “¡Ay Carmela!” - testo cult del grande drammaturgo spagnolo, da cui Carlos Saura ha tratto l'omonimo film con una splendida Carmen Maura – è ambientata nell'Italia del 1944, durante il secondo conflitto mondiale, in uno sperduto paesino del Centro-Sud, posto sotto occupazione dalle armate tedesche; dal villaggio spagnolo di Belchite, simbolo della crudeltà della guerra civile spagnola (le cui rovine sono considerate oggi un monumento nazionale, testimonianza di una pagina tragica della storia iberica) la vicenda si trasferisce nella Penisola, conservando il suo significato emblematico di manifesto con la repressione.

Fin dal titolo “Carmela e Paolino - varietà sopraffino” rimanda al colorato universo dietro le quinte del teatro d'arte varia, un genere dichiaratamente leggero nato sul modello del café-chantant francese, nello spirito della Belle Epoque, tra canzonette e monologhi, e divertenti macchiette: due artisti di varietà, chiamati a rallegrare le ultime ore dei condannati a morte, finiscono con il provare una forte empatia per i prigionieri, mentre lo stridente contrasto tra la vivacità e allegria di uno spettacolo popolare e la dura realtà dell'occupazione militare mette in evidenza la ferocia del regime e il sentimento di rivolta contro un governo imposto con la forza. Nella trasporre la vicenda dentro i confini del Belpaese, il regista ha anche adattato stile e linguaggi, attingendo alla tradizione italiana del varietà e ispirandosi ad artisti come Raffaele Viviani, Nino Taranto, antonio De Curtis in arte Totò, e ancora la grande Anna Magnani, Erminio acario, Gil e Cioffi, il trio Lescano, Renato Rascel in un raffinato gioco metateatra.

Nella foto (di Barbara Paveri): i protagonisti nella scena
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