Domattina, al CineTeatro Montiggia, spazio agli Amori da Palcoscenico/(da Shakespeare, Goldoni, Rostand…), pièce del Teatro del Segno
PALAU - Il gioco delle passioni rivive sotto i riflettori con gli “Amori da Palcoscenico/(da Shakespeare, Goldoni, Rostand…)”, in programma mercoledì 4 marzo, alle ore 11, al “CineTeatro Montiggia” di Palau, e venerdì 6, alla stessa ora, al “Teatro del Carmine” di Tempio Pausania, per la “Stagione di Teatro Ragazzi 2014-15” firmata “Cedac” (nell'ambito del 35esimo “Circuito Teatrale Regionale Sardo”).
La pièce del “Teatro del Segno” offre un affascinante viaggio dietro le quinte, tra la nascita di un personaggio e raffinati esercizi di stile (dal mimo al dramma elisabettiano, dal comico al grottesco) ed una preziosa antologia dei più celebri duetti fra innamorati, tra dichiarazioni in versi e giuramenti alla luna, schermaglie e piccole baruffe ed il veleno della gelosia. Sotto i riflettori due attori, Daniela Collu e Stefano Ledda (che firma anche regia e drammaturgia, quest'ultima insieme ad Aurora Simeone), i quali, di volta in volta, interpretano coppie celeberrime, da Giulietta e Romeo nel sognante dialogo al balcone, alla bella Rossana corteggiata da Cyrano de Bergerac nell'omonima commedia di Edmond Rostand; alla Locandiera di Carlo Goldoni alle prese con uno dei suoi innumerevoli e infaticabili spasimanti. Nel repertorio, anche la tragedia di Piramo e Tisbe (nella buffa versione dei comici-artigiani nel “Sogno” shakespeariano), la follia del Moro di Venezia ed altri frammenti teatrali che mostrano le diverse sfaccettature del sentimento più universale, tra battute maliziose e palpiti del cuore.
“Amori da Palcoscenico” quindi, per un incantevole, ironico e coinvolgente divertissement in cui gli spettatori potranno (ri)scoprire alcune tra le più famose pagine della storia del teatro, e le infinite declinazioni dell'amore, dal colpo di fulmine che segna il destino di “Romeo e Giulietta”, costretti al segreto, vittime dell'odio fra le loro famiglie, al raffinato rito della seduzione che diventa fatale gioco di maschere e inganni nel “Cyrano”, alla malizia della bella “Locandiera” che tiene a bada con spirito i suoi avventori senza lasciarsi troppo lusingare da profferte e doni, ben conscia del valore della sua libertà. Se la tragedia di “Otello” sembra prefigurare amare verità del presente, in un equivoco tra amore e possesso che conduce fino al delitto, la grazia adolescente di due ragazzi che chiacchierano nella notte e la forza del sentimento che li unisce a dispetto di tutto, e pure l'arguzia e il brio delle conversazioni in carta locanda, suonano inevitabilmente attuali e in fondo, eterni.
Commenti