Domattina, il liceo Scientifico Pacinotti ospiterà Destar Qualcosa, l´intrigante partitura visiva e sonora di e con Monica Serra
CAGLIARI - Tra Eros e Thanatos (Amore e Morte) nel segno della poesia: sarà il Liceo Scientifico “Pacinotti” di Cagliari a far da cornice domani (martedì), alle ore 11, all'intrigante partitura visiva e sonora di “Destar Qualcosa”, di e con Monica Serra, nel cartellone della “Stagione di Teatro Ragazzi” del “Cedac”. L'originale performance (produzione “MicroFratture Teatro”) s'ispira all'“Iperione” di Johann Christian Friedrich Hölderlin, singolare romanzo epistolare scritto dal poeta tedesco e dedicato all'amata (e perduta) Susette Borkenstein, su cui è modellata la figura di Diotima, incarnazione dell'ideale femminile, icona di intelligenza e bellezza.
Il potere evocativo delle parole (in un viaggio attraverso i ricordi, un percorso introspettivo in cui la coscienza del protagonista riflette su se stessa) si riverbera ed amplifica nell'azione fisica, in una gestualità rigorosa e densa di pathos, capace di esprimere i moti dell'animo, i desideri e le passioni, la profondità del dolore e l'attrazione della morte, in una vertigine di senso in bilico fra estasi mistica e tragica catarsi. La voce dell'attrice si fonde alla traccia sonora, in una polifonia fatta di assonanze e contrasti, in una sorta di abbraccio, che è anche specchio della tempesta dei sentimenti, di un'aspra lotta interiore, dilemma straziante tra pulsione vitale e ansia d'oblio. La scrittura di Hölderlin si trasfigura in magmatica materia teatrale, in un'espressione a tratti barbarica e quasi istintiva, a tratti elegante e sensuale: l'amore di Diotima raggiunge una forma d'eternità proprio nell'annullamento del corpo, nella proiezione verso una dimensione spirituale in cui i confini di spazio e tempo svaniscono, per lasciare il posto ad una pace ultraterrena.
Un linguaggio contemporaneo (fra teatro e danza, musica e poesia) per esprimere quei turbamenti interiori, quell'intensità delle passioni propria del Romanticismo, che esalta quel dialogo fra uomo e Natura per cui l'intimo sentire si rispecchia nelle mutevoli forme del paesaggio, e le segrete inquietudini trovano una risposta nel mistero del cosmo. Destar Qualcosa trae spunto dalle lettere di Diotima, e trasferisce sulla scena, in una struttura rapsodica e non didascalica le suggestioni e le emozioni, riportando una verità intuitiva, non razionale, ma empatica, di una visione lirica dell'amore come sublimazione, ed estremo sacrificio di sé, quasi a suggerire molteplici ed individuali letture di un testo capace di rivolgersi al presente per mettere a nudo (in una chiave universale) l'essenza dell'umano.
Nella foto (di Giorgio Russo): Monica Serra
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