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Antonio Burruni 27 giugno 2008 video
La bella d’Alghero: debuttante di 116 anni
Massimiliano Fois, Raffaele Sari Bozzolo e Raffaele Polcino fanno rivivere il melodramma scritto da Antonio Boschini e Giovanni Fara-Musio nel 1892


ALGHERO – “La bella d’Alghero”, dramma serio diviso in due parti, scritto da Antonio Boschini e musicato da Giovanni Fara-Musio nel 1892 è, in versi, un’avvincente storia d’amore e morte nell’Alghero del Diciannovesimo Secolo. Il melodramma, nato come saggio scolastico, andò in scena sola una volta, al Teatro Rossini di Pesaro, in occasione del Centenario Rossiniano. Fara-Musio andò a lavorare come maestro concertista ad Odessa e Mosca, ma morì a trentaquattro anni e la sua opera rimase chiusa negli archivi di Pesaro. «E’ un’opera inconsueta, perché porta fin dal titolo il nome di una città» ha sottolineato Raffaele Sari Bozzolo, che con Massimiliano Fois ha curato la pubblicazione del libretto dell’opera, con la prefazione di Raffaele Polcino (che ha lavorato, invece, dal punto di vista storico-musicale, dando la possibilità al lettore di avere un’idea del panorama musicale del periodo, dandogli quindi la possibilità di leggere e capire). I tre hanno presentato il loro lavoro questa mattina, nella Sala Rossa del Municipio di Via Columbano. «Ne abbiamo trovato traccia in un testo di epoca fascista. Io e Massimiliano lo abbiamo cercato in tutti gli archivi della Sardegna, ma gli unici due libretti erano conservati a Bologna e Firenze. Abbiamo quindi deciso di portarlo a conoscenza della cittadinanza algherese. La parte letteraria ha già da sola una sua dignità ed una sua bellezza. Da qui l’idea di ripubblicare il libretto. Ora, ritrovati gli spartiti, speriamo nell’intervento degli Enti per rimetterlo in scena». Tutti gli attori che portarono l’opera in scena alla fine dell’Ottocento erano personaggi di spicco del periodo: il direttore d’orchestra Gaetano Ziletti, era considerato uno dei grandi talenti della musica contemporanea del periodo, mentre il soprano Elisa Petri lavorava spesso col maestro Arturo Toscanini. «Ho pensato che Raffaele e Massimiliano fossero completamente pazzi, vista l’idea di partire da un’opera lirica senza conoscerne la musica, ma sono stato trascinato dal loro entusiasmo». Questo il primo commento di Raffaele Polcino, che ammette di essersi lanciato in tesi piuttosto ardite nell’analisi del testo. «Ora dovrò verificare quante fesserie e quante cose giuste abbiamo scritto, ora che è stata ritrovata la partitura. Spero che Alghero abbia la sensibilità di portare avanti questo progetto. Anche da altre città – ha sottolineato – hanno dato la disponibilità per mettere in scena l’opera. Per esempio, Sassari». Polcino ha segnalato i parallelismi dell’opera in oggetto (con uno stretto legame con Alghero e con la cultura sarda in genere) con alcune di Pietro Mascagni e Giacomo Puccini, in piena epoca Verista. «Spero di poter far presto un’analisi dei costi. Sarebbe bello, ad Alghero, metterlo in scena in un teatro naturale, all’aperto», ha concluso Polcino. «Il nostro sogno, e spero sia anche quello della città di Alghero, è quello di portare l’opera in scena per la seconda volta in assoluto e per la prima in Sardegna», ha spiegato Massimiliano Fois. Sari-Bozzolo ha quindi sottolineato i nomi dei personaggi, legati alla cultura algherese, e gli stereotipi dei personaggi maschili, che ben rappresentano le diverse tipologie che si incontravano nella realtà del periodo. «Il popolo algherese ha un ruolo di cono nella storia – ha concluso – con l’ironia, qualità saliente dell’algheresità». L’opera sarà da domani in tutte le librerie, mentre una nuova presentazione è prevista per domenica 29, alle ore 21, nella Libreria Il Manoscritto.

Nella foto: Un momento della presentazione di oggi
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