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Luigi Coppola 29 settembre 2008 video
Un “popolo della libertà” per Travaglio
Migliaia di persone hanno applaudito e abbracciato il cronista giudiziario più noto d´Italia. Nel tour sardo con Elias Vacca per presentare “Bavaglio”


SASSARI - Ringrazia la “partecipazione oceanica”: è la prima espressione ovvia, quasi attonita, di Marco Travaglio, sul palco del cinema Ariston, dove siederà è parlerà per oltre 90 minuti. E' abituato al consenso popolare, i recenti incontri sassaresi lo dimostrano. Ma la gente, che venerdì sera ha invaso le due sale, era troppa per garantire anche le condizioni di sicurezza.

Tantissimi in piedi, stipati e sistemati in religioso silenzio per ascoltarlo. Pubblico di tutte le estrazioni, sociali e anagrafiche, difficilmente riconducibile ad aree o appartenenze. Riduttivo pensare al popolo della sinistra, antagonista o riformista, piuttosto che ai nostalgici girotondini. Se il termine non fosse già stato accaparrato e blindato, si potrebbe pensare ad un “popolo della libertà”, ma l'eufemismo varrebbe poco più della battuta.

Il clima è comunque di forte partecipazione, voglia di conoscere i fatti reali della politica italiana: una lettura particolare, certamente diversa da quella distribuita e nota ai più. Di nuovo, nell'ultima uscita del giornalista scrittore, collaboratore del gruppo Espresso e de l'Unità, c'è la presentazione del suo ultimo saggio. Il Bavaglio, un phamplet nato in un travaglio estivo di due settimane, (edizioni Chiarelettere), è scritto in fretta, a brevi mani (confida l'autore) in breve contenuto, insieme a Marco Lillo e Peter Gomez.

«Non sembra neanche un libro mio», ci scherza l'autore, introdotto alla conferenza dalla professoressa Anna Nieddu, docente di Lettere all'istituto Lamarmora di Sassari. L'affollatissimo evento inaugura la due giorni de la festa dei lettori organizzata dalla libreria Koinè, con il supporto dell'associazione studenti di Scienze Politiche e la gestione cinema Guarino. Il ragionamento di Travaglio parte dalla necessità di capire le necessità dei cittadini.

Letteralmente bombardati da notizie, riguardanti leggi che, apparentemente riguardano altri ristretti soggetti (politici, magistrati o giornalisti) e lasciano pesanti conseguenze sulla collettività, condizionando la già complicata vita quotidiana. «La Giustizia è un bene civile per i poveri e i deboli che, quando funziona, fa molto più paura ai ricchi che normalmente hanno altri strumenti per dirimere le loro questioni», ricorda l'autore citando anche Pier Camillo Davigo: “..all'estero per minacciare l'avversario in lite, dici – ti faccio causa – in Italia invece: - fammi causa - ...”.

Gli applausi ed anche tante risate per alcune battute dell'oratore, stemperano una trattazione che sembrerebbe a senso unico. I principali provvedimenti di legge adottati dal Berlusconi quater, vengono meticolosamente smontati dagli apparati spot, necessari al consenso dell'elettorato ed analizzati nel fine, quasi sempre incompatibile con la Carta Costituzionale. Il percorso informativo di Travaglio parte dallo scellerato indulto approvato dal centro sinistra (governo Prodi) ma commissionato dal Cavaliere, per liberare il sodale Previti.

Per questo fu necessario calcolare tre anni di abbuono, liberando le patrie galere di circa 50.000 soggetti fra detenuti e titolari di pene accessorie. Il risultato è quello noto. La necessità del “pacchetto sicurezza” adottato dal nuovo esecutivo. Che fra l'altro sparge 2000 soldati fra 60 milioni di cittadini (senza potenziare le risorse di polizie e forze dell'ordine) e distribuisce super poteri a tanti sindaci, di colpo tramutatisi in sceriffi o super man, con delle ordinanze talvolta bizzarre o quanto meno anomale. Il conclamato e contraddetto reato di clandestinità (che non è stato attuato) è spiegato nei termini che solo in Italia, avrebbe la potenza d'ingolfare ancora di più (se possibile) la macchina giudiziaria.

I pezzi “forti” dell'orazione sono dedicati a tre esempi chiave della propaganda di governo: la lotta alla prostituzione su strada (ministro Carfagna), il lodo sulle immunità alle prime 4 cariche dello Stato ed il decreto blocca processi (compreso quello del premier, denominato “Mills”) attuati dal guardasigilli Alfano. La pantomima di Travaglio su quest'ultimo, accresce ilarità e sdegno in sala. Se la corretta lettura è questa, ed il ruolo dell'informazione, si appiattisce nel crogiuolo della norma anti intercettazione, vietando relative pubblicazioni alla stampa, non c'è da stare per niente allegri.

Tempi grami soprattutto per i giornalisti che ancora credono nel mestiere. Anche per Travaglio, nonostante la serata da vero condottiero e trionfatore con le decine di libri autografati nel congedo. Pochi attimi per tirare una sigaretta e via in auto con l'amico Elias Vacca, fidato chaffeur in Sardegna. Lo aspettano ancora a Tempio Pausania e finalmente ad Alghero per riposare. Per riprendere le nuove inchieste. La prima di "AnnoZero" con Santoro promette bene: 5 milioni gli spettatori registrati, anche grazie all'incipit del grillo piemontese.


Nella foto Marco Travaglio all'Ariston di Sassari
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