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Red
25 novembre 2016
Affari in Gallura con soldi falsi
L’operazione è l’epilogo di un indagine portata avanti dai militari della Sezione Operativa del Reparto di Olbia a seguito del pagamento di una pregiata sella da cavallo con denaro falsificato: due arresti

OLBIA - Alle prime luci dell’alba, i carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Olbia, insieme al personale dello Squadrone Cacciatori di Sardegna e militari della Compagnia di Bono e Ottana, hanno tratto in arresto C.P., 29enne di Orani e G. F., 28enne di Bottida, entrambi con precedenti di polizia, per truffa aggravata con spendita di banconote falsificate, in concorso tra loro. L’operazione, denominata “battile” proprio per ricordare la copertina sottosella, è l’epilogo di un indagine portata avanti dai militari della Sezione Operativa del Reparto di Olbia a seguito del pagamento di una pregiata sella da cavallo con denaro falsificato.
Lo scorso agosto, i due arrestati hanno contattato un residente gallurese che aveva inserito un annuncio per vendere il prezioso finimento e dopo varie contrattazioni si sono accordati per un prezzo finale di acquisto di 850 euro. L’attività investigativa si è rilevata più complessa del previsto poiché i due hanno sempre utilizzato un telefono con scheda “SIM” intestata a un prestanome extracomunitario, l’unico incontro con il venditore è avvenuto in una località poco frequentata e le banconote falsificate risultavano di ottima fattura, tanto che il venditore si è accorto della contraffazione solo successivamente, dopo avere avuto conferma da un money detector elettronico.
Nonostante le difficoltà, i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità di uno dei due truffatori per poi chiudere il cerchio e dare un nome anche al complice. L’autorità giudiziaria ha concordato con l’attività investigativa dei militari e ha emesso due ordinanze applicative della misura degli arresti domiciliari che sono state eseguite stamattina. La perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire e sequestrare la sella, il telefono utilizzato per la trattativa e una banconota falsificata del valore di 50 euro. Al termine delle attività, a disposizione del magistrato della Procura di Tempio Pausania che ha diretto le indagini, i due uomini sono stati tradotti alle rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari.
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