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Olbia 24notiziesardegnaPoliticaGuerra › Di Nolfo insiste sulla Meloni. «Chi non si schiera è complice»
Cor 8:11
Di Nolfo insiste sulla Meloni
«Chi non si schiera è complice»
Il dibattito sulla crisi in Terra Santa si infiamma in Sardegna, portando a un duro scontro istituzionale. Il consigliere regionale algherese Valdo Di Nolfo (Uniti per Alessandra Todde) ha inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Regionale, Piero Comandini (Pd), per ribadire e difendere la sua posizione che definisce il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, come “complice del genocidio” in corso in Palestina. Il testo integrale


ALGHERO - La mossa del consigliere regionale algherese arriva a seguito delle polemiche scaturite dalle sue dichiarazioni, con l’obiettivo di chiarire il proprio pensiero direttamente al vertice dell’Assemblea sarda e a tutta l’opinione pubblica. Nella missiva indirizzata al presidente Piero Comandini e datata 4 ottobre 2025, Di Nolfo insiste sulla legittimità della sua posizione, citando i valori di Antonio Gramsci sull’importanza di non essere “indifferenti”. Il consigliere sostiene che la sua accusa non indebolisce la democrazia, ma la rafforza, dando un nome e un cognome a chi, a suo dire, non ha agito per fermare la strage.

Caro Piero, mio Presidente,
come prima cosa permettimi di dirti che in questa inutile polemica montata ad arte da alcuni colleghi di minoranza le parole che la stampa ti attribuisce non rispecchiano l’accaduto.
La mia posizione non solo non offende la democrazia ma la rafforza, mettendo nero su bianco nome e cognome di chi non ha mosso un dito per fermare il genocidio in corso in Terra Santa.
In questo caso chi non ha mosso un dito non è una persona qualunque: un consigliere regionale di maggioranza qualunque, un consigliere regionale di minoranza qualunque o un autorevole presidente del consiglio regionale ma la presidente del Consiglio dei Ministri dello Stato Italiano.
Primo ministro italiano che mai ha detto di voler riconoscere lo stato di Palestina, neanche ora che il genocidio del popolo palestinese è sotto gli occhi di tutti. Primo ministro del governo italiano che mai ha utilizzato pubblicamente la parola genocidio, neanche mentre i bimbi venivano bruciati vivi e neanche ora che sono 20.000 i bambini uccisi su circa 65.000 civili. Neanche ora che Ia Commissione indipendente dell’ONU ha formalizzato che si tratta di genocidio non solo etico e morale ma anche dal punto di vista giuridico. Potrei andare avanti per pagine e pagine ma sono sicuro di aver palesato il mio pensiero.
Oggi ancora più di ieri valgono i concetti e i valori che Gramsci ci ha insegnato e che io e te condividiamo: Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
Proprio nella giornata di ieri, mio Presidente, per tua scelta e con il sostegno di tutti i capigruppo - capogruppo di Fratelli d’Italia compreso - dal Parlamento sardo ha sventolato la bandiera palestinese. Scelta che come ricordi io stesso ho fatto per primo e in solitaria ormai un anno fa. Non solo, io e te abbiamo dimostrato di odiare gli indifferenti, l’abulia e la vigliaccheria riconoscendo formalmente lo Stato di Palestina nel Parlamento sardo da te presieduto e mettendo la nostra Isola a disposizione per un percorso di pace che parta proprio dal Mediterraneo.
Hai ragione da vendere quando dici che ‘’il rispetto nel dibatto è fondamentale” e allora credo che sia doveroso il rispetto di tutti per la mia opinione e per quella della maggior parte dei sardi e degli italiani: chi non si schiera contro il genocidio - come abbiamo fatto noi - ne è complice, soprattutto se governa uno Stato.
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