Perfino le manifestazioni consolidate improntate alla valorizzazione di produzioni e ambiente vedono, ancora una volta Alghero, nonostante rappresenti il territorio in Sardegna col maggior numero di ettari coltivati, totalmente assente. Disorganizzazione, dimenticanza o scelta?
Ha riscosso un successo crescente la IX edizione della
Camminata tra gli Olivi, l’iniziativa nazionale promossa dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, che lo scorso weekend ha visto oltre 20.000 partecipanti camminare lungo i percorsi olivati di più di 150 città italiane, da Nord a Sud. Un evento diffuso che, anche quest’anno, ha saputo coniugare la riscoperta dei territori e delle tradizioni olivicole con un messaggio universale di pace, dialogo e riconciliazione. Un modo diretto per valorizzare - nel senso vero e genuino del termine, troppo spesso abusato ma nei fatti poco attuato - le produzioni locali ed al tempo stesso l'ambiente ed il territorio. Dietro manifestazioni di questo tipo, c'è un mondo infatti da scoprire. E Alghero nel campo agricolo avrebbe il suo mondo da raccontare, nonostante manchi un delegato in Giunta e con esso strategie e programmi.
Migliaia di cittadini, famiglie, bambini e turisti hanno partecipato con entusiasmo alle camminate, alle degustazioni, ai laboratori didattici e ai percorsi naturalistici organizzati dalle amministrazioni delle Città dell’Olio contribuendo a trasformare la giornata di relax in mezzo alla natura in una vera e propria festa dell’olivo e della comunità. Si tratta di una manifestazione ormai collaudata e organizzata in collaborazione con il patrocinio del MASE, Ministero del Turismo, ENIT, FIF e UNPLI: la Camminata 2025 ha coinvolto decine di migliaia di volontari e operatori locali in un programma diffuso che ha valorizzato il paesaggio olivicolo, l’olio EVO e le produzioni tipiche italiane.
In Sardegna hanno aderito quasi tutte le Città dell'Olio da nord a sud dell'isola, piccoli paesi ma di grande tradizione come Siddi, Ilbono, Samatzai, Usini, Cuglieri, Ittiri, Giba, Sorso, Bolotana, Villacidro, Riola Sardo e città importanti come Sassari, proponendo percorsi di trekking, escursioni in bici o a cavallo, degustazioni di olio extravergine appena estratto e prodotti tipici, visite ai frantoi, mini-tour del territorio, attività ludico-didattiche per bambini, famiglie, giovani e adulti. La manifestazione ha visto la collaborazione tecnica di Agris e Laore, agenzie regionali impegnate nella promozione e nello sviluppo dell’agricoltura, e il sostegno di numerosi produttori locali.
Assente ingiustificata, ancora una volta, la città di Alghero, nonostante faccia parte da numerosi anni delle Città dell'Olio, dell'associazione abbia perfino svolto importanti ruoli apicali nel tempo e soprattutto rappresenti il territorio in Sardegna col maggior numero di ettari coltivati a olivo, oltre 2500. Sempre Alghero è il territorio natale delle più importanti aziende olivicole sarde, rinomate in Italia e conosciute nel mondo. Insomma, l'ulivo per Alghero è identità, tradizione, economia e storia. Concetti per nulla astratti che meriterebbero una vera valorizzazione con percorsi strettamente connessi al turismo, in un'ottica di offerta genuina di esperienze e produzioni, in grado di rappresentare con fierezza il territorio. Eppure niente, che si tratti di disorganizzazione, dimenticanza o scelta non è dato sapere, anche perchè l'assenza algherese è ormai tristemente datata come ci ha ricordato nel corso degli anni un autorevole rappresentante dell'Amministrazione comunale. Alghero città dell'Olio non è uno
slogan.
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