Lo spettacolo del Teatro Actores Alidos, scritto e diretto da Valeria Pilia, è in cartellone domani al Cine/Teatro Montiggia per la Stagione di Teatro Ragazzi del Cedac
PALAU - Le avventure de “Il brutto anatroccolo”, in cartellone domani, giovedì 20 febbraio, al “Cine/Teatro Montiggia” di Palau per la “Stagione di Teatro Ragazzi” del “Cedac”, con un duplice appuntamento alle ore 11 (per le scuole) ed alle 18 per bimbi e famiglie, rappresentano una rara occasione per riflettere con ironia e fantasia sul tema della diversità. I biglietti per gli adulti costano 10euro, per i ragazzi sopra gli undici anni 8euro, mentre i bambini fino ai dieci anni di età, accompagnati dai genitori, entrano gratis.
Liberamente ispirato alla celebre fiaba di Hans Christian Andersen, lo spettacolo del “Teatro Actores Alidos”, scritto e diretto da Valeria Pilia ed interpretato da Manuela Sanna e Manuela Ragusa, mette l'accento sulla solitudine di chi viene tenuto in disparte o perfino guardato con sospetto o deriso perché considerato “diverso”, mentre, in realtà, è solo una persona “speciale”. La storia dell'anatroccolo che scopre di essere un bellissimo cigno rappresenta una metafora dell'adolescenza, con i suoi piccoli e grandi drammi, ma anche di quei talenti e quella ricchezza interiore che ciascuno possiede, e che solo l'affetto e la comprensione, la simpatia e l'amicizia permettono di rivelare.
La moderna rilettura de Il brutto anatroccolo riprende il filo della fiaba (in un intrigante gioco di maschere, con l'uso dei pupazzi e la tecnica antica del teatro delle ombre) per raccontare il ciclo dell'esistenza ed il susseguirsi delle stagioni, e mostrare attraverso un meccanismo metateatrale, di teatro nel teatro, la magia della finzione ed i segreti dell'illusione scenica. Il piano della narrazione si fa duplice, con due buffi e coloratissimi personaggi, Pinco il Pasticcione e la dolce Sballina, che ricreano la favola sotto gli occhi dei bambini e che (si scoprirà) come quasi tutti conoscono (direttamente o indirettamente) la tristezza dell'emarginazione di chi appare agli occhi degli altri, oppure pensa di essere, in qualche modo“sbagliato”. Ironia e poesia sono le chiavi più adatte per toccare la mente e il cuore, e per (farci) riscoprire il fascino e l'importanza anche simbolica delle favole, con i loro insegnamenti preziosi sulla natura dell'uomo (ed il comportamento degli animali).
Nella foto: Un momento dello spettacolo
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