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Olbia 24notizieolbiaPoliticaSicurezza › «Riaprite la Provinciale a Olbia». Lettera a Renzi dalla Gallura
A.B. 11 agosto 2014
«Riaprite la Provinciale a Olbia»
Lettera a Renzi dalla Gallura
Forza Italia a Olbia si rivolge ai sindaci della Gallura con l'obiettivo di inviare una lettera congiunta al presidente del Consiglio Renzi, al presidente della Regione Pigliaru ed al commissario della Provincia Carta per richiedere interventi urgenti per la riapertura della strada Provinciale n.38 Olbia-Tempio dopo l’alluvione dello scorso novembre


OLBIA - «Con la presente, i sottoscritti amministratori, denunciano il totale disinteresse della Regione e dello Stato, ed in occasione della futura visita in Gallura del Premier Renzi, chiediamo che venga convocata una conferenza dei servizi, un tavolo tecnico o una riunione di Giunta Regionale ad Olbia, per avere certezze sulla riapertura della strada Provinciale n.38 Olbia-Tempio». Questo il fulcro della lettera che Forza Italia, all’opposizione nel Consiglio Comunale di Olbia, vorrebbe far firmare a tutti i sindaci del territorio, per inviarla al presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, al presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru ed al commissario della Provincia di Olbia Tempio Giovanni Antonio Carta, per richiedere degli interventi urgenti per riapertura dell’importante arteria stradale, dopo l’alluvione del 18 novembre 2013. La lettera ricorda i tragici eventi di quei giorni, «che ancora la comunità gallurese e sarda tarda a dimenticare», e sottolinea come sul territorio si stia cercando di ritornare alla normalità, pur con le grandi difficoltà che le varie amministrazione locali hanno dovuto e devono tuttora affrontare a causa dei danni alle infrastrutture. Ma l’allarme è chiaro: «l’emergenza alluvione, purtroppo per la Gallura, non è ancora finita».

Per esempio, a quasi nove mesi dal cedimento del ponte sul tratto di strada provinciale in prossimità di Monte Pino, «l’orologio è fermo ancora a quella drammatica e tragica tarda sera di lunedì 18 novembre 2013». La strada è stata chiusa nei giorni successivi, ma per il resto, tutto è rimasto così come la furia della alluvione lo ha lasciato. A testimonianza di ciò, ci sono le due autovetture travolte dal cedimento del ponte (dove hanno perso la vita tre persone e, miracolosamente, una ragazza si è salvata), che ancora oggi giacciono sul fondo della scarpa, in parte sommerse dai detriti e con le ruote al cielo, senza che nessuno abbia avuto il pudore di farle rimuovere. «Ormai nessuno ne parla più e dalla stampa si possono apprendere solo le notizie inerenti alle indagini giudiziarie, ma nulla trapela sulla volontà di riaprire o meno questo tratto di strada», si legge nella lettera, che spiega come la Gallura sia sostanzialmente «divisa in due e nessuno sembra preoccuparsene, nessuna informazione in merito da parte del commissario della ex Provincia di Olbia-Tempio, dal presidente della Regione Autonoma della Sardegna e dal Governo, un lungo ed assordante silenzio che dura da 270 giorni. In altri territori – sottolineano - i lavori di ripristino della viabilità stradale si sono portati avanti senza interruzioni dal giorno dopo l’alluvione, ne è un esempio, la riapertura del 24 luglio scorso, del ponte di Oloé sul fiume Cedrino, lungo la Strada Provinciale 46 fra Oliena e Dorgali, nel cui crollo perse la vita un poliziotto in servizio».

Nel documento, viene sottolineato anche come i proprietari delle aziende agricole e gli abitanti delle centinaia di case rurali che sorgono nei pressi di monte Pino, siano costretti a percorrere più di 50chilometri al giorno per raggiungere la propria azienda o la propria abitazione. «Disagi comuni ai lavoratori – spiegano - che dalla alta Gallura raggiungono giornalmente Olbia e la Costa Smeralda (lavoratori stagionali), ai numerosi avvocati galluresi che a causa della chiusura della sede distaccata del Tribunale di Olbia sono costretti a raggiungere giornalmente il Tribunale di Tempio Pausania, a tutte quelle persone che per qualsiasi necessità si spostano da Tempio, Calangianus, Luras, Sant’Antonio e Priatu per raggiungere la stazione ferroviaria, il porto e l’aeroporto di Olbia». Praticamente, il danno economico colpisce il territorio a 360gradi, visto che le piccole aziende di trasporto, gli artigiani in genere, risentono in maniera esponenziale dell’incremento del costo del carburante collegato all’incremento del percorso chilometrico giornaliero, mentre i turisti che si immettono sulla strada in direzione Monte Pino, sono completamente disorientati, le numerose attività alberghiere della costa nord come quelle di Badesi, Costa Paradiso e Isola Rossa, di ristorazione, B&B, agriturismo, sono state del tutto abbandonate, la segnaletica è inadeguata, e da buoni “galluresi”, molti si sono dovuti arrangiare con cartelli provvisori o di fortuna. Insomma, la Gallura chiede risposte.
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