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A.B. 18 aprile 2015
Cessione Saremar: partono 167 lettere di licenziamento
Giovedì, la compagnia di navigazione che si occupa dei collegamenti con le isole minori ha comunicato la sua decisione ai lavoratori


LA MADDALENA – Giovedì, la “Saremar” ha inviato le lettere di licenziamento per i suoi 167 dipendenti. La compagnia di navigazione che si occupa dei collegamenti con le isole minori, dovrebbe essere ceduta a fine anno ad un nuovo investitore, ma, come si dice, in questo momento “si naviga a vista”. Insomma, una situazione che non da certezze ai lavoratori, nonostante l'assessore regionale Deiana ha già annunciato che se il privato subentrante riassumerà tutto il personale Saremar, avrà una premialità da parte della Regione Autonoma della Sardegna.

Nella missiva firmata dall'amministratore delegato Armando Loi, l'azienda dichiara di non essere “in grado di evitare il provvedimento di licenziamento collettivo”. Ovvio l'intervento dei sindacati, già sul sentiero di guerra con gli scorsi giorni di sciopero. Per il segretario generale della Filt-Cgil Arnaldo Boeddu, la soluzione ideale sarebbe la creazione da parte dell'Arst di una divisione marittima (magari assorbendo i sette traghetti già in uso sulle tratte), garantendo in mare quel trasporto pubblico che già garantisce su gomma. Di fatto, sarebbe l'uovo di Colombo: posti di lavoro salvi e servizio garantito. Non è la prima volta che se ne parla e Boeddu (oggi a Carloforte per partecipare ad un'assemblea), è pronto ad andare a parlare prima in Regione e poi direttamente a Roma, al Ministero.

"La Giunta Regionale, con il presidente Pigliaru in testa, non può utilizzare la strategia dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia per evitare di assumere le proprie responsabilità sulla vicenda del fallimento prossimo della Saremar e con l’alibi che la colpa è della Giunta precedente", dichiara il segretario regionale della Fit Cisl Valerio Zoccheddu. “I vari dossier dei trasporti erano ben a conoscenza dei candidati a governare la Sardegna e i sardi hanno eletto questa compagine per risolvere i problemi, non per sentirsi dire che è colpa degli altri. Dopo le dolenti vicende di Meridiana, a lungo trascurate, la prossima chiusura per fallimento della Saremar (dovuta alla sciagurata avventura della “Flotta Sarda” e alla conseguente disposizione dell’Ue di imporre a Saremar la restituzione degli 11milioni di euro indebitamente percepiti dalla Regione Sardegna) rischia di avere la stessa tragica conclusione, con tagli di posti di lavoro e servizi alla collettività. L’ipotesi prospettata dall’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana di mettere a gara il servizio di traghettamento con le isole minori, La Maddalena e Carloforte, attualmente gestito da Saremar (con bando ipotizzato per il prossimo autunno e che non abbiamo certezza preveda un unico gestore per entrambe le tratte) non sembra offrire alcuna garanzia, ne del mantenimento dei posti di lavoro, ne del livello retributivo dei dipendenti e rimangono forti i dubbi sulla qualità e quantità del servizio”.

“Sentiamo parlare di soluzioni - afferma ancora - le più varie e fantasiose: dalla divisione marittima di Arst, al mantenimento in vita di Saremar con una dilazione ventennale del debito verso la Regione (peccato che l’Ue abbia imposto la restituzione entro quattro mesi), alla costituzione di una cooperativa che rilevi la Saremar, alla costituzione di una società mista pubblico/privato con ingresso nel capitale della Sfirs, soluzioni tutte rispettabilissime, fino a prova contraria. La Fit-Cisl non ha interessi ideologici per una o l’altra soluzione, ma deve essere molto chiaro l’obiettivo sul quale non siamo disposti a scendere a patti e sul quale non siamo disposti a transigere: la politica ha fatto il danno e la politica vi deve porre rimedio. Usi la soluzione che ritiene più confacente ma una cosa è certa: non siamo disposti a perdere un solo posto di lavoro; i lavoratori devono mantenere gli attuali livelli retributivi; i sardi devono avere garantito il diritto alla continuità territoriale con La Maddalena e Carloforte almeno alle condizioni garantite dalla Saremar. Ne i sardi ne i lavoratori della Saremar - conclude Zoccheddu - sono disposti a pagare per le inefficienze e le incapacità dei politici e la Cisl, insieme ai lavoratori, agli amministratori e alle comunità locali, metterà in campo tutte le azioni necessarie ad impedire ulteriori tagli di posti di lavoro e al diritto alla mobilità dei cittadini".
Commenti
20:32
Uno strumento di management e gestione delle risorse umane in grado di certificare l’adozione di misure finalizzate a favorire il bilanciamento degli impegni di vita e lavoro dei propri dipendenti, che da oggi inizia il suo percorso anche in Sardegna



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