Una piccola parte degli scheletri rinvenuti nei lavori di scavo sono stati dannegggiati la scorsa notte. Non è da escludere che possa trattarsi di una sorta di "avvertimento", per dei lavori non desiderati
ALGHERO – Mentre parte degli scavi da Lo Quarter di San Miquel si sono trasferiti nella struttura del Quarter Sayal, in occasione della
mostra che sarà visitabile per tutto il mese di giugno; un episodio di cronaca ha riguardato la scorsa notte gli scheletri rimasti nel vecchio cimitero dei Gesuiti. Ossa e reperti schiacciati e danneggiati (fortunatamente solo una piccola parte), che ha comunque allarmato operatori e Soprintendenza dei Beni Archeologici di Sassari.
Il problema sarà capire se l’azione è casuale, probabilmente qualche curioso si è introdotto oltre le barriere e ha inavvertitamente posato i piedi sui resti, o se ci sia stata l’intenzionalità. Non è da escludere, infatti, che possa trattarsi di una sorta di "avvertimento", per dei lavori non voluti.
«Ho avvertito la Soprintendenza affinché ci sia maggiore attenzione da parte di tutti in una fase molto delicata che ha riportato alla luce vari ritrovamenti di particolare importanza», ha precisato Marco Milanese, docente di Archeologia nell’Università di Sassari che coordina e dirige gli scavi.
I lavori nel frattempo proseguono e mostrano giorno dopo giorno una parte di storia della popolazione algherese che va dal Medioevo all’Età Moderna. Famiglie intere, metodi di sepoltura particolari e monili: rappresentano una chiave di accesso fondamentale rispetto agli usi, i mestieri e le malattie dell’arco temporale interessato, coinciso con una delle più gravi pestilenze che ha coinvolto il territorio di Alghero.
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