Vivissima soddisfazione per la decisione dell’Unesco, che pone all’attenzione del mondo intero Alghero e la sua peculiarità linguistica
ALGHERO - L’Unesco nell’ultima sessione tenutasi a Nairobi il 16 novembre del 2010, ha dichiarato il
Cant de la Sibil·la patrimonio dell’umanità, quale bene immateriale. La richiesta era stata presentata dal Consiglio Insulare di Maiorca, che da tempo aveva manifestato interesse a valorizzare adeguatamente questo piccolo tesoro religioso, culturale e linguistico dell’intera tradizione popolare catalana: un canto che, con una semplice ma suggestiva scenografia, annunciava la seconda venuta del Cristo nel giudizio universale.
Questo canto che, a partire dal medioevo, veniva eseguito in tutta l’area mediterranea di lingua provenzale e catalana, dopo il Concilio di Trento si è conservato, per decisione illuminata di due vescovi, solamente a Palma di Maiorca e ad Alghero, ove ha preso la denominazione di Senyal del Judici e da sempre viene cantato, nella cattedrale di Santa Maria, la notte di Natale, durante la solenne “missa del gall”. Ad Alghero la decisione presa nel sinodo diocesano del 1581 dal vescovo Andrea Baccallar, ha salvato e conservato una celebrazione paraliturgica molto sentita dal popolo e che ha poi caratterizzato durante le festività del Natale per secoli, sino ai nostri giorni, la religiosità popolare di Alghero che, anche per questo, è conosciuta in tutto il mondo.
L’Escola de alguerés “Pasqual Scanu” e l’Obra Cultural de l’Alguer che, da sempre, hanno considerato come finalità primaria e irrinunciabile della loro attività la tutela, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico di Alghero, manifestano vivissima soddisfazione per la decisione dell’Unesco, che pone all’attenzione del mondo intero Alghero e la sua peculiarità linguistica. «La decisione dell’Unesco - sottolinenao Nicolò Spiritu, presidente de l’Escola de alguerés e Pino Tilocca, presidente dell'Obra Cultural - non può non significare per tutti gli algheresi uno stimolo ad apprezzare il proprio patrimonio culturale e a continuare a lavorare perchè venga valorizzato e tutelato da parte di tutte le istituzioni».
Foto d'archivio
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