I lavoratori Alcoa in sit-in davanti al ministero dello Sviluppo economico. Dal 4 aprile al via le procedure di mobilità, dal 31 luglio le lettere di licenziamento. Ferito il capogruppo Pd Diana
ROMA - La Sardegna è in ginocchio e nonostante l'urlo di dolore a Roma la situazione diventa ogni giorno più critica. Circa trecento lavoratori sardi, con caschetti da lavoro, trombette, fischietti e cartelloni si sono resi protagonisti di duri scontri con le forze dell'ordine davanti alla sede del dicastero. Alta tensione a Roma durante il corteo dei lavoratori dell'Alcoa e davanti al Mise in occasione del vertice per tentare di salvare lo stabilimento di Portovesme.
Circa 500 gli operai a rischio licenziamento. Nei tafferugli è rimasto contuso il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Giampaolo Diana: sarebbe stato colpito in volto da una lattina. "«E' volato di tutto - racconta all'Ansa - mi sono messo in mezzo per cercare di frenare la tensione».
Schede elettorali bruciate. Alcoa mantiene le sue posizioni e risponde con un secco no alla richiesta dei sindacati di mantenere aperto lo stabilimento almeno fino al 31 dicembre. L'azienda ribadisce con forza l'imminente chiusura: dal 4 aprile al via le procedure di mobilità, dal 31 luglio le lettere di licenziamento. Gli operai intanto non mollano la presa: in segno di protesta hanno bruciato le schede elettorali tentando di fare altrettanto col Tricolore.
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