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Sara Alivesi 12 aprile 2014 video
Pd all´agguato di Mario Bruno
L'esordio molto partecipato dell'ex consigliere regionale, ostacolato da una parte del Pd cittadino e ancora in cerca di alleanze a sostegno della sua candidatura. Alcuni stralci del suo discorso ad Alghero


ALGHERO - Poco più di 40 i giorni che separano gli algheresi delle elezioni di maggio, solo 12 quelli a disposizione dei partiti per presentare ufficialmente le candidature con tutte le liste. Ma nonostante tutto regna il marasma intorno ai futuri candidati alla carica di primo cittadino nei due principali partiti, Forza Italia e Partito democratico. Pd che in realtà il candidato l'ha in campo da settimane, ma giustamente - per non cercare di non farsi del male - va all'agguato. Proprio come in mare i pescatori si muovono silenziosamente sul fondo o in superficie nel tentativo di cogliere di sorpresa il pesce, così larghi settori di partito studiano il modo più gentile per "catturare" nella rete Mario Bruno.

«Questa volta non me la sono sentita di dire di no» ha detto a conclusione del suo primo incontro pubblico da candidato sindaco per le elezioni amministrative di Alghero, legittimato dalle primarie, vinte a tavolino, perchè l'unico a presentarsi. Aveva negato la sua disponibilità nel 2012 mantenendo il posto da consigliere regionale e puntando su un imprenditore alberghiero che aveva trascinato fino alla vittoria, quel Stefano Lubrano che con la sua giunta è rimasto a Sant'Anna solo 16 mesi. Nonostante sia probabilmente l'unica figura in grado di ripuntare con successo a Sant'Anna, tuttavia, sulla strada di Mario Bruno non mancano gli agguati: e quelli più pericolosi arrivano proprio dal "suo" Pd, attraversato da feroci lotte di posizione.

In due anni le cose sono molto cambiate per Bruno che, da abile politico e comunicatore qual'è, evidenzia le difficoltà in cui nasce il suo nuovo impegno: l'ombra di Carlo Mannoni (che vedrà lunedì a Cagliari e con cui ha un buon rapporto) voluto dalla segreteria regionale e cittadina del Partito democratico, che ha messo in moto il pallottoliere del metodo-Pigliaru [LEGGI]; l'avviso di garanzia ricevuto nell'ambito dell'inchiesta sui fondi ai gruppi regionali; oltre alla scelta - di cui si parlava - di sostenere il primo cittadino uscente e poi scaricarlo strada facendo. «Chi me lo fa fare? Siete voi» ha detto molto emozionato davanti a decine di persone che hanno riempito la nuova sede di via Verdi.

C'erano i fedelissimi di Un'Isola (l'associazione che ha creato al primo mandato a Cagliari), la sua famiglia, alcuni dirigenti e gli ex consiglieri comunali Pd Matteo Tedde e Gavino Tanchis, l'ex direttore dell'aeroporto Umberto Borlotti, il presidente locale di Legambiente Luciano Deriu e l'ex deputato dei Comunisti Italiani Elias Vacca. Ma anche un folto gruppo di militanti dell'Udc (che proprio venerdì ha aperto ad un nuovo corso col Pd). Ma a conferma delle turbolenze interne ai Democratici sono le assenze a confermare la lotta in corso: mancava il segretario Salis e la corrente riferibile a Enrico Daga, sempre più impegnati a cercare un degno sostituto dell'onorevole a cui far indossare la casacca democratica.

Ma Mario Bruno parla da sindaco - anche se bisognerà attendere almeno sino al 26 aprile, data di scadenza per la presentazione delle liste per capire se ci sarà ufficialmente e soprattutto con quale coalizione di partiti a sostegno - e snocciola dati dettagliati sulle ferite più aperte della città «allo sfascio e a rischio default»: quelli del lavoro «12mila persone lo cercano, ma tante altre hanno perso la speranza»; dell'emergenza abitativa «metà delle case sono inutilizzate per la metà dell'anno»; la popolazione «che sta invecchiando progressivamente»; la pressione fiscale di 544 euro pro capite e l'indebitamento per ciascun algherese pari a 833 euro.

«Sono numeri che occorre conoscere per saper leggere e interpretare la città» dice l'ex consigliere regionale che ammette di aver iniziato a studiare: «alcune cose già le sapevo e altre le sto imparando». Parla più genericamente degli eterni punti di un programma mai realizzato: porto, Puc, Surigheddu e Mamuntanas e molto altro. Ma chiarisce che si procederà per obiettivi con scadenze precise, anche in questo caso il passato insegna. E' consapevole che in tutto questo giocherà un ruolo fondamentale Cagliari, sia con la Regione di centro-sinistra «con cui siamo in rapporti buonissimi», sia con le alleanze che saprà costruire attorno alla "sua" coalizione: intanto la prima con l'Udc sarebbe già stata portata a casa [LEGGI].
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