L’obiettivo è quello di eliminare o frenare gli effetti dell’attuale ciclo economico che impediscono a gran parte delle imprese di accedere al credito
CAGLIARI - «Il Fondo è stato calibrato in modo da aderire alla normativa comunitaria sugli aiuti di stato. Le garanzie sosterranno soprattutto le operazioni di investimento, oltre che quelle di liquidità. Si punta ad agevolare la rinegoziazione di prestiti esistenti concessi a favore delle piccole e medie imprese attraverso tassi d’interesse più sostenibili e rimborsi più prorogati nel tempo, e la capacità di finanziare le scorte, che rappresenta uno degli elementi più delicati dell’attuale crisi della finanza».
E’ quanto affermato dal vice presidente della Regione e assessore della Programmazione Giorgio La Spisa, in merito alla firma del nuovo Protocollo di intesa per il Fondo di Garanzia indirizzato ad agevolare le piccole e medie imprese della Sardegna, siglato oggi (venerdì) tra Regione, rappresentata dal Centro Regionale di Programmazione, Sfirs e Associazione Bancaria Italiana (Abi). Tre firme anti crisi, quelle di Regione, Sfirs e Abi, per fissare le nuove regole operative della ‘garanzia diretta’ per chi fa impresa nell’isola. A gestire il Fondo di Garanzia, primo in Italia per risorse messe a disposizione, sarà la Sfirs in collaborazione con le banche. L’obiettivo è quello di eliminare o frenare gli effetti dell’attuale ciclo economico che impediscono a gran parte delle imprese di accedere al credito attraverso uno strumento più dinamico e un sistema di garanzie più semplice per chi investe o rinegozia il debito attuale.
Il Protocollo d’intesa è stato reso possibile da una serie di misure di semplificazione emanate dalla Regione che hanno reso il fondo di garanzia più efficace. Le banche si impegnano a promuovere le garanzie dirette con le risorse del Fondo, mentre la Sfirs verificherà le condizioni. La regia della Regione agirà per riservare il 40 per cento del fondo alle garanzie dirette. Più basso sarà il tipo di rischio, minore sarà il capitale assorbito dalle banche, più numerosi gli impieghi delle risorse.
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