Il Ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha dato il via libera definitivo alla fase 1, concedendo la restituzione all´uso dell´area dello stabilimento Syndial di Porto Torres e l´immediato avvio dei caniteri di Matrica
Porto Torres - Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ieri (martedì 22 Maggio) ha dato via libera definitivo alla fase 1 delle attività relative alla “Chimica Verde”, concedendo la restituzione all’uso dell’area zona meridionale del Settore A dello Stabilimento Syndial di Porto Torres (“Sito”) e consente di conseguenza l’immediato avvio dei cantieri di Matrica.
La restituzione all’uso dell’area, per la quale l’Assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente, la Provincia di Sassari e l’ARPAS avevano fornito congiuntamente parere favorevole, prevede il monitoraggio delle acque di falda e l’inclusione dell’area stessa nel progetto di bonifica già approvato, al fine di scongiurare ogni pur minimo rischio per la salute dei lavoratori destinati all’attività. Il parere tanto atteso da parte del Ministero, fornisce una prima risposta alle istanze dei lavoratori di Porto Torres, coinvolti nella riconversione industriale dell’area.
«Un altro passo verso la conversione di Porto Torres nel più grande polo per la chimica verde d’Europa, che giunge a poco meno di un anno dalla firma del protocollo d’intesa del 25 maggio 2011» così commenta il governatore Cappellacci alla notizia della restituzione all’uso dell’area zona meridionale del Settore A dello Stabilimento Syndial di Porto Torres.
«E’ un progetto all’avanguardia che rappresenta una grande opportunità per i risvolti sul piano occupazionale, per le possibili interazioni con il comparto agricolo e altresì per gli aspetti riguardanti la ricerca e l’innovazione – evidenzia il presidente della Regione che aggiunge – il piano ben si inquadra nella politica della Giunta regionale finalizzata a creare nuova impresa e nuovo lavoro nel rispetto del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, che vede nel progetto Sardegna CO2.zero, con il quale miriamo a produrre energia da fonti rinnovabili per almeno il 20% entro il 2020 e il 35% entro il 2030, il suo pilastro principale».
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