Nel decreto legislativo che ha recepito la direttiva europea sui pagamenti sono stati esclusi i lavori pubblici e costruzioni ma anche tutto il pregresso. La Confartigianato Imprese chiede la modifica della normativa
CAGLIARI - «Nello schema di Decreto Legislativo che dovrebbe recepire la
Direttiva Europea sui tempi di pagamento, sono stati esclusi i lavori
pubblici, vale a dire le imprese di costruzioni che rappresentano il
settore maggiormente colpito dal grave fenomeno dei ritardi di
pagamento della Pubblica Amministrazione e delle imprese private. Ora,
per questo, ci piacerebbe capire bene a chi e a cosa serva questo
provvedimento».
E’ quanto rileva Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese
Sardegna, sollecitando il rapido intervento dei parlamentari sardi e
del Governo per modificare le norme sui pagamenti previste nel Codice
degli Appalti. «Occorre - dice Murgianu - adeguarle a quanto previsto dalla Direttiva Europea che fa esplicito riferimento alla progettazione e
all’esecuzione di opere e edifici pubblici, nonché ai lavori di
ingegneria civile».
«Si tratta di un intervento indispensabile – sottolinea il Presidente
di Confartigianato Imprese Sardegna - considerato che in Sardegna, nel
2011, i ritardi, 116 giorni di media per saldare le fatture e 308
nella sanità, sono costati 100 milioni di euro di maggiori oneri
finanziari. Tutto ciò non fa che aggravare la carenza di liquidità
degli imprenditori alle prese con i pesanti effetti della crisi».
Murgianu evidenzia, inoltre, un altro limite del Decreto approvato dal
Governo: «Si deve tenere conto che, come riportato all’articolo 3, il
Decreto Legislativo si applicherebbe solo “alle transazioni
commerciali (contratti, comunque denominati, tra imprese ovvero tra
imprese e pubbliche amministrazioni, che comportano, in via esclusiva
o prevalente, la consegna di merci o la prestazione di servizi contro
il pagamento di un prezzo) concluse a decorrere dal 1° gennaio 2013”,
lasciando di fatto fuori tutto il pregresso».
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