Interrogazione del deputato sardo al Ministro dello Sviluppo economico con la quale chiede di conoscere tutte le comunicazioni intercorse negli ultimi mesi con la commissione europea che ha aperto due indagini sul Sulcis
CAGLIARI - «La decisione della Commissione Europea di aprire due indagini sul pregresso della Carbosulcis e del futuro progetto di cattura e stoccaggio di Co2 è il risultato di un lavoro sotterraneo delle lobby energetiche nazionali e non solo e dell’atteggiamento negativo con il quale il governo ha seguito il progetto Carbosulcis».
Lo ha detto il deputato sardo Mauro Pili con un’interrogazione urgente al
Ministro dello Sviluppo economico con la quale chiede di conoscere tutte le comunicazioni intercorse negli ultimi mesi con la commissione europea.
«Il grave ritardo con il quale il governo ha operato sulla vicenda Carbosulcis e le dichiarazioni pubbliche rese da Ministri e sottosegretari sul progetto di cattura e stoccaggio di CO2 ha finito per mettere il progetto sotto indagine proprio per l’atteggiamento negativo con il quale l’esecutivo si è rapportato sul sistema integrato Carbosulcis».
«Se l’Unione Europea ancor oggi si pone il problema di capire se quella
centrale con cattura e stoccaggio di C02 è funzionale o meno al sistema di generazione elettrica della Sardegna significa – ha sostenuto Mauro Pili - che nessuno ha spiegato a Bruxelles la gravità del deficit elettrico dell’isola soprattutto per la vetustà tecnologica della centrale Enel del Sulcis e di quelle E.on di Porto Torres. Tali indagini mettono in luce la totale incapacità dello Stato italiano di rappresentare gli interessi energetici non solo della Sardegna ma dell’intero Paese considerato che si sta parlando dell’unico
giacimento energetico disponibile in Italia»”.
«Non è un caso – prosegue Pili - che la commissione europea si stia occupando di un aspetto dirimente come la capacità di generazione elettrica della Sardegna. Il governo con la complicità dell’Enel ha lavorato per far naufragare il progetto con una rappresentazione avvelenata e interessata del sistema elettrico sardo. L’unione europea dovrebbe aprire un’indagine approfondita sul monopolio esercitato e consentito di Enel e E.on, piuttosto che vessare con tempi lunghi e ingiustificati un progetto che ha l’unica responsabilità di tutelare e valorizzare un patrimonio energetico nazionale, alla pari di quanto fanno Germania e Francia».
«Ora il governo - aggiunge Pili - deve rispondere in aula a Montecitorio consegnando tutte le carte delle comunicazioni con Bruxelles a partire dai tempi non rispettati e che hanno portato allo slittamento di un altro anno del progetto Carbosulcis». E conclude: «Il governo non solo non ha difeso il progetto integrato Miniera – centrale – cattura e stoccaggio C02 ma con l’asse con l’Enel ha messo nel percorso una nuova trave di sbarramento, utilizzando questa volta l’Unione Europea. E’ evidente che bisogna fornire alla Commissione tutti i ragguagli necessari ma nel contempo occorre assumere determinazioni concrete a livello comunitario per evitare che anche questa volta l’Italia venga umiliata. Se anche questo progetto si dovesse fermare per responsabilità europea si aprirebbero scenari traumatici con la stessa Commissione Europea che finirebbe per avvallare gli interessi di lobby e dei relativi fans governativi».
Nella foto: Mauro Pili, deputato del Pdl
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