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Red 28 gennaio 2013
Le imprese chiedono lo scatto d´orgoglio
Nell’arco di quattro anni, dal 2007 al 2011, la spesa media annuale delle famiglie sarde è scesa del 13,3%, più del doppio rispetto al resto della Penisola, e la ridotta capacità di reddito ha prodotto un crollo verticale dei consumi superiore al resto del Mezzogiorno italiano (4,7%)


CAGLIARI - La Sardegna è tra le Regioni più penalizzate dalla crisi economica, sociale ed etica che sta devastando l’Italia. Nella nostra isola ad essere più penalizzate sono le piccole imprese, che rappresentano l’ossatura economica della nostra regione. In Sardegna le aziende muoiono, crolla l’occupazione, calano il reddito e i consumi delle famiglie e tutto ciò avviene nell’indifferenza di una Giunta regionale che pare quasi narcotizzata dalla convulsa conclusione della legislatura nazionale. Per questo motivo le organizzazioni dell’Artigianato e del Commercio che in Sardegna aderiscono alla R.e.te. Imprese Italia (Cna Sardegna, Confartigianato Imprese Sardegna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti) - in occasione della mobilitazione organizzata in tutto il territorio nazionale - chiedono ai rappresentanti istituzionali e all’intera politica sarda che si appresta a chiedere il voto ai cittadini un impegno maggiore in difesa delle imprese dell’isola bisognose, oggi più che mai, di una prospettiva di crescita e di un forte segnale positivo.

Il grido d’allarme è stato lanciato a Cagliari nel corso di una conferenza stampa nella quale sono state esposte dai rappresentanti degli imprenditori alcune richieste: il varo di una finanziaria regionale che stanzi adeguate risorse spendibili per lo sviluppo e l’aiuto alle imprese che creano posti di lavoro, una adeguata programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020 e una netta posizione delle forze politiche sulle prospettive del rapporto con lo Stato in merito alla cosiddetta “vertenza Sardegna”. Infine un condiviso programma di fine legislatura con la mobilitazione straordinaria di tutte le risorse che possano portare una boccata di ossigeno alle imprese e alle famiglie sarde.

Le associazioni aderenti alla R.e.te. – in rappresentanza delle piccole imprese con meno di 20 addetti che nell’isola sono il 98,5% del totale e impegnano 275.000 addetti (il 73,5% degli occupati del settore privato): hanno evidenziato numeri alla mano la drammatica crisi che sta investendo le imprese sarde nel settore dell’Artigianato e del Commercio: in Sardegna cessano 27 imprese al giorno. Negli ultimi cinque anni hanno chiuso i battenti 3.200 imprese artigiane con la perdita di oltre 6mila occupati. Nel solo 2012 il saldo negativo delle imprese del commercio è stato di 652 aziende. Negativi e preoccupanti risultano anche i dati relativi all’andamento del turismo, dei trasporti e del mercato immobiliare. Nonostante questi numeri poco confortanti il mondo delle imprese sarde, pur perdendo gradualmente fiducia nel futuro, vuole reagire. Per questo R.e.te. Imprese chiede uno scatto di orgoglio e serietà alla politica per attenuare una emorragia che ha come diretta conseguenza la crisi profonda di tante famiglie sarde.
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