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Olbia 24notiziesardegnaEconomiaEconomiaIn e Out: le imprese sarde anticrisi
S.A. 30 novembre 2013
In e Out: le imprese sarde anticrisi
Crescono quelle della riparazione, della produzione software ma anche le “verdi” e le alimentari. Giù Ict, commercio e ristorazione


CAGLIARI - Nonostante la crisi, tra le imprese sarde ci sono settori che crescono bene. Gli indici più che positivi si registrano nella manutenzione, riparazione e installazione di macchinari e apparecchiature. Percentuali in crescita anche per quelle che producono software, offrono consulenza informatica e attività connesse. Sempre con il segno “più”, seppur di poco, le attività di servizi per la pulizia di edifici e immobili, cura e manutenzione del paesaggio, le global service.

Stesso discorso anche per quelle alimentari. Al contrario, ovvero in calo, le aziende che offrono servizi alle imprese, quelle della ristorazione, il commercio e le attività dei servizi di informazione e altri servizi informatici generici (Ict). Sono questi i dati sulla Sardegna del rapporto dell’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, dal titolo “L’Impresa Italia del futuro”, che ha analizzato la dinamica delle aziende del terzo trimestre 2013 rispetto a quelle dello stesso periodo del 2012.

«Questi numeri – sottolinea il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Filippo Spanu - mostrano i pesanti effetti della crisi su molti settori artigiani”. “Ma gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo – continua Spanu - e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. E’ necessario fare di tutto per sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti come accade a livello nazionale e regionale».

«Il segno positivo delle imprese dell’agroalimentare è una speranza – sottolinea Spanu – perché sappiamo che i consumi si sono ridotti tantissimo anche, e soprattutto, a tavola. In Sardegna abbiamo aziende “della tavola” che indubbiamente hanno saputo resistere alla crisi grazie all’elevato grado di qualità che offrono nei loro prodotti». «Tuttavia, a causa della crisi dei consumi interni – conclude il segretario - puntare sulla qualità e sull’eccellenza della tradizione può non bastare: per fare fronte al crollo della domanda interna, sono indispensabili misure e strumenti rivolti all’internazionalizzazione delle imprese affinché siano in grado di intercettare le previsioni di crescita nel 2014 dell’export del Made in Italy».

Nella foto: il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna, Filippo Spanu
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